giovedì 27 marzo 2014

La mia prima (ed ultima) Castello...



"Carlo Scotti è stato il fondatore e titolare della fabbrica di pipe Castello: un'industria artigiana affermatasi solo nel dopoguerra sui mercati internazionali. Di origine lombarda gestiva una tabaccheria a Chiasso quando la produzione italiana era indirizzata principalmente all'esportazione di abbozzi di radica ed alla fabbricazione di pipe in serie commerciali.Con il periodo bellico preannunciandosi una grave restrizione all'esportazione di pipe inglesi, Scotti pensò fosse giunto il momento di iniziare un'attività in questo settore. La sua fiducia era anche ravvivata dalla propaganda autarchica: la radica era infatti un prodotto mediterraneo , inoltre l'esperienza acquisita nel commercio del settore in un decennio unita al fiuto commerciale e al suo buon gusto furono preziose. Per la forma dapprima imitò il prodotto inglese, poi con originalità valorizzò le caratteristiche naturali della radica, personalizzando con il suo buon gusto la linea classica inglese. Nella ditta oggi seguita dalla figlia Savina e dal gerero Franco Coppo si lavora radica esclusivamente di prima scelta Extra-extra dopo lunghi anni di stagionatura. Si lavora seguendo la linea voluta da Scotti di funzionalità, estetica e di buon gusto. Solo i pochi rivenditori ufficiali Castello possono vantare all'interno del loro negozio le pipe Castello."

Questo è quanto si legge sul sito della tabaccheria Bollito di Torino per quanto riguarda l'azienda canturina.
Ho sempre desiderato avere tra le mani una pipa marchiata "Castello".
Basta fare una ricerchina online tra i vari forum dedicati al fumolento per scoprire, senza troppi giri di parole, che Castello rappresenta in assoluto il top della pipa italiana, e non a caso la più nota e ricercata anche all'estero.
La loro radica inoltre, di tipo Extra-extra con stagionatura non inferiore a 10 anni, è davvero di qualità. Una radica molto dolce a mio avviso.
Certo, la questione della stagionatura è discutibile: fu Mimmo Romeo l'anno scorso a dirmi che le differenze tra  due ciocchi invecchiati rispettivamente 5 anni e 10 anni è a dir poco impercettibile... Ma il mio scopo non è quello di fare rivelazioni sconvolgenti.

Torniamo a noi...

Data la gran voglia di possedere una Castello mi sono rivolto ad uno dei pochi shapes da loro realizzati che potesse incontrare il mio gusto (ebbene si, le forme del 90% delle loro pipe a me non piace) e ho optato per una 55, un classico distintivo di questa azienda.
Per l'acquisto mi sono rivolto alla Tabaccheria Floppy.



La pipa è arrivata a casa mia verso la prima metà di gennaio, ho scelto una "Old Antiquary KKKK" con un elegantissimo bocchino con effetto madreperlato. Fortunatamente Castello ha abbandonato da molto tempo l'ebanite in favore del metacrilato, materiale a me molto più congeniale. lo stesso Coppo, titolare dell'azienda, raccontò che il desiderio di abbandonare definitivamente la plastica vulcanizzata fu dovuto al fatto che fin troppo spesso ricevevano pipe con bocchino in ebanite vistosamente consumato e mangiucchiato e quindi da sostituire. Il metacrilato, in effetti, ha una maggiore durezza. È proprio questo il motivo che lo rende ostico alla maggioranza dei fumatori.
Tutto sommato la pipa è bella. Molto. L'unico difetto riscontrato è stata l'asimmetria della stessa. Una asimmetria che a me non va proprio giù. Certo, non è vistosissima, ma c'è.
Alla luce di ciò decisi di contattare il titolare della Castello per far presente tale problematica e la risposta secca fu: "La pipa è fatta a mano e la perfezione appartiene solo a Giotto."
Risposta che mi ha indisposto e lasciato poco soddisfatto.
In seguito ho scoperto che oggi trovarsi per le mani pipe di questo marchio con addosso delle asimmetrie non è così raro, in modo particolare con le sabbiate. Le lisce, invece, non hanno di questi problemi. Chissà... Forse con l'aumentare del prezzo aumenta anche la capacità dell'artigiano!!!
Certo, la pipa fuma molto bene, non ci sono dubbi di sorta... Ma credo che sarà la mia prima ed ultima proveniente da Cantù.
Penso che la clientela vada trattata con maggiore rispetto e con toni più cortesi.

Vi lascio con un aneddoto: un mio collega aveva acquistato una Castello Perla Nera che, alla prima fumata, è andata letteralmente in fiamme. Tornato in tabaccheria si è visto cortesemente sostituire la pipa che, certamente, era difettata. Perchè solo una pipa difettata può prender fuoco, soprattutto se è nelle mani un fumatore di pipa con quarant'anni di esperienza alle spalle.  Resta un unico neo in questa piccola storia: quando il tabaccaio contattò il signor Coppo per esporre l'accaduto si sentì rispondere: "Le pipe Castello dovete venderle solo a chi sa fumare la pipa."