sabato 22 marzo 2014

Il Toscano nella pipa

Proprio in questo istante, complice la giornata che sembra donarci un anticipo di primavera, me ne sto in giardino a fumare una carica di Toscano sbriciolato in pipa.
La pipa in questione è una Paronelli di produzione attuale, più precisamente una "Maigret" rusticata con vera in argento e bocchino in metacrilato.

Paronelli "Maigret"

In questa circostanza la pipa è caricata con Extravecchio.
Lo so, qualcuno potrebbe dirmi che "sprecare" uno storto per infilarlo in una radica è un peccato... E potrei anche capirlo... Ma procediamo con ordine.
Io sono solito "sacrificare" solo ed esclusivamente quei toschi irrecuperabili: capita sovente, purtroppo, di trovare nella confezione un sigaro che risulti irrimediabilmente lesionato, magari con una fascia che presenta crepe.
In questi frangenti non faccio altro che incidere con una buona lama la fascia per tutta la lunghezza del sigaro e asportarla. Così facendo mi trovo per le mani solo ed esclusivamente il ripieno da sbriciolare e da conservare per la futura fumata in pipa.
Ci tengo a precisare che il sottoscritto scarta la fascia per due semplicissimi motivi:

 - Trovo che in pipa sia eccessivamente amarognola

 - Se non perfettamente triturata rischia di tappare il foro del fornello durante la fumata

Naturalmente chi volesse potrebbe anche sbriciolare tutto, fascia compresa.
Il caricamento è cosa assai semplice: basta infilare il trinciato applicando una buona pressione per far meglio assestare il nostro trinciato ed il gioco è fatto.
La gestione in fumata è davvero agevole.
Inoltre va aggiunto che , il Toscano in pipa, ci regeala una fumata ed un'evoluzione totalmente differente, molto piena ed appagante. 
Una buona pipata di Toscano è da consigliarsi al termine di un abbontante pasto o, perchè no, a sera dopo una buona cena.
Il relax è garantito.
La pipa ne sarà felice.
Le papille gustative ringrazieranno.