venerdì 1 agosto 2014

"Briar Cigar" by Morgan



Era un'esperienza che mi ero promesso di fare.
Grazie alla complicità di Cosimo e Leonardo, titolari di AlPascià di Milano, ho finalmente avuto l'opportunità di toccare con mano e testare in maniera diretta il celebre "Briar Cigar" by Morgan.
Avevo già speso due righe in passato per il "sigaro di radica" proprio qui e adesso sono pronto per raccontarvi questa mia prova di fumata.

Il Briar Cigar si presenta in maniera impeccabile, con una confezione rigida e compatta che ci permette di portarlo ovunque senza rischi di rottura ed una costruzione veramente curata.
Fondamentalmente il nostro sigaro si compone di tre parti: un bocchino in acrilico, il corpo centrale in radica e un "tappo" che va rimosso in fumata.
Proprio il tappo svolge una funzione decisamente pratica: ci permette di caricare il "sigaro" con il nostro trinciato preferito e di infilarcelo tranquillamente in tasca evitando a priori brutte sorprese. Allo stesso tempo ci da l'opportunità di interrompere la fumata, semplicemente tappando, e di riprenderla più in la.
Il corpo di radica è invece caratterizzato dalla presenza di una camera di espansione tipo "calabash" che ha il compito di renderci la fumata un tantino più fresca.

Ho deciso di testare il Briar Cigar a diverse temperature per meglio valutare il suo comportamento. Naturalmente mi sono affidato sempre allo stesso tabacco: il Trinciato Forte.
Le prime 5/6 fumate sono state fatte nel pieno del caldo estivo, con una temperatura attorno ai 30°. In queste occasioni la tendenza al surriscaldamento è stata inevitabile ma non così eccessiva come avrei potuto immaginare e la fumata non ne è uscita compromessa. Il sistemino "calabash", in questa occasione, deve aver fatto la differenza.
Uno sguardo all'interno
Le fumate successive, invece, sono state fatte durante un week end trascorso tra i monti con la mia compagna. In questa occasione la temperatura si aggirava attorno ai 20/25°. È stato proprio in quei momenti, nelle lunghe passeggiate tra boschi e sentieri, che il nostro sigaro ha saputo dare il meglio di se: fumata perfetta, combustione regolare e gestibilissima. Ovvio che la punta del sigaro tenderà comunque a scaldare un po' visto il ridotto spessore delle sue pareti... Ma nulla di preoccupante.
Durante la fumata consiglio di far girare il sigaro di radica tra le dita per far si che la combustione proceda nel modo più regolare ed omogeneo possibile.

Il "Briar Cigar" e la sua pratica custodia
Alla luce di queste molteplici fumate non mi sento ancora pronto per dare un giudizio definitivo, ma per ora devo ammettere che l'esperienza è da valutarsi positivamente. Certo non bisogna fare l'errore di associare il Briar Cigar ad una pipa dato che sono due cose ben differenti.
Per me il Briar Cigar è un bel "gioco", un'alternativa valida ed ideale per fumate brevi di circa 15/20 minuti, uno strumento che potrebbe far scoprire ai fumatori di sigaro il vasto mondo dei trinciati da pipa.
Attualmente il mio sigaro di radica mi sta accompagnando ovunque, è sempre con me in borsa e lo sto fumando con cadenza quotidiana. Lo trovo molto pratico soprattutto durante i miei spostamenti in auto, quando avere le mani un po' più libere può far solo comodo.