lunedì 14 dicembre 2015

Dr. Jekill & Mr. Brown (n° 4)

Il Brown in coppia con la mia Icarus Teardrop

Quando sentii nominare per la primissima volta il fantomatico Samuel Gawith "Brown n° 4", anni or sono, rimasi molto colpito dal fatto che venisse definito "ignifugo" o addirittura scherzosamente accostato "all'amianto" (a causa della sua difficile combustione), pur restando comunque un prodotto di elevatissima qualità.
Ammetto che ne rimasi sconvolto. Sconvolto al punto da decidere che mai e poi mai mi sarei avvicinato a quella treccia oleosa per timore di non riuscire a trarne delle fumate gustose.
Purtroppo iniziò tutto così.
Poi, un bel giorno...
...Un caro "amico di forum" me ne regalò un bel pezzo.
Passai intere giornate a guardarlo, come uno stupido, chiedendomi: "Sarò davvero capace di mandare in fumo questo tabaccaccio tanto ostico quanto affascinante?"
Vi assicuro che per me questo Brown si stava trasformando in una sorta di "Dr. Jekill & Mr. Hyde", cioè un mostro... Un mostro con un'anima nobile (il paragone Jekill/Hyde credo sia proprio azzeccato).
Ma bando alle ciance: mi armai di coraggio e sbriciolai per bene il mio "nemico", lo infilai con tutta calma nella mia Paronelli billiard del '50 con bocchino in ambra (leggi: "Paronelli billiard amber stem") e diedi fuoco...
Ebbene, amici miei, è giusto che lo sappiate: fu amore fin dalla prima boccata.
La fumata filò liscia con appena 3/4 riaccensioni.
Eh già.
Questa fu la mia prima esperienza con il twist di Samuel Gawith.
Il fantomatico twist
Ma ora, a distanza di anni, vorrei sfatare un mito. Devo.
Il "Brown n° 4" è un tabacco ignifugo e che brucia in malo modo?
Assolutamente NO.
Certo, ha bisogno di un'accensione più decisa, virile, vigorosa, ma fatto questo si lascia fumare con molta tranquillità. Io ad oggi preferisco farlo in fettine sottilissime che poi vado a sbriciolare ottenendo così dei filamenti di tabacco molto sottili. Inoltre preferisco non arieggiare eccessivamente la carica. Al massimo, chi ne sentisse la necessità, può fare un cappello con un trinciato mediterraneo per facilitare la primissima accensione. Ideali l'M.S.T. "Italia" o il "Forte".
Aggiungo un'altra mia personalissima sensazione dettata dall'esperienza acquisita sul campo: per gustarlo al meglio fumatelo almeno 3/4 volte nella stessa pipa lasciando che la stessa si impregni un po' dell'olio essenziale che rende il Brown così bello umido e allora si che capirete.
Attenzione però: non voglio dire che questo Samuel Gawith sia un tabacco adatto al neofita, ma soltanto che non è così impossibile da gestire come si è solito leggere in giro.
Tirando le somme credo di poter affermare, dopo tutte le paure avute anni fa, di aver conosciuto allora uno di quei tabacchi che ancora oggi non riesco ad abbandonare.
Peccato che non venga più importato in Italia.
Ed ora la sparo grossa: credo che chi non abbia mai fumato almeno una volta nella vita una carica di "Brown n° 4" non vada considerato un vero "fumatore di pipa".
Al seguente link la recensione relativa a questo twist: "Rewiew: Brown n° 4"

Ridotto in briciole...