lunedì 12 settembre 2016

Pipe reamer


Per far si che una pipa inizi a comportarsi correttamente è necessario, come ben sappiamo, che sia sottoposta ad un iniziale ciclo di fumate, questa fase di avvio viene comunemente definita "rodaggio".
Una delle questioni più diffuse è relativa proprio a questo delicato periodo intermedio: quando potrà effettivamente definirsi concluso?
Dal mio punto di vista il rodaggio è ultimato solo nel momento in cui si sarà formato, sulle pareti del fornello della nostra pipa, un sottile strato di carbone. Proprio questa camicia svolge dei compiti a dir poco fondamentali: evita bruciature, assorbe eventuale umidità e aiuta a conferire un buon gusto alle nostre future pipate.
La superficie carboniosa, per buona norma, deve avere uno spessore che non sia mai superiore ai canonici 1,5mm... Ma diviene facilmente intuibile comprendere che con le ripetute fumate la crosta tenderà ad aumentare sempre più.
Come conviene comportarsi, allora, in queste circostanze?
La soluzione è semplicissima: basta munirsi di un valido "pipe reamer".
I pipe reamer oggi più diffusi sono prevalentemente di due tipologie: la prima è rappresentata dalla cosiddetta "fresa universale", cioè capace di adattarsi (previa regolazione) a qualunque fornello, dal più piccolo al più grande; la seconda, invece, è rappresentata da quelle non regolabili, generalmente più economiche e vendute in set contenenti lame con misure varie ed intercambiabili da utilizzarsi a seconda delle necessità.
C'è una terza opzione, effettivamente, e consiste nell'utilizzo della lama del curapipe e della carta abrasiva. Sinceramente sconsiglio di adoperare quest'ultima alternativa poiché richiede una maggiore manualità e attenzione.
Ma torniamo alle nostre frese: è indispensabile munirsi di pipe reamer universale? Assolutamente no, i set più economici fanno comunque al caso nostro e svolgono egregiamente il loro mestiere senza farci correre rischi di alcun tipo.
Il loro utilizzo è semplicissimo: scegliamo la lama della giusta dimensione (varierà a seconda della pipa da "grattare"), la innestiamo sul suo apposito supporto, la infiliamo nel fornello e, con molta calma, iniziamo a fare 2/3 giri completi. Noteremo che, se inizialmente le lame faranno molto attrito, dopo poco ruoteranno con maggiore libertà: ciò sta ad indicare che parte della crosta in eccesso è stata rimossa. Rovesciando poi la pipa su una superficie piana vedremo scendere una polvere nerastra, simile in tutto e per tutto a fuliggine.
La camicia in eccesso è stata rimossa e la pipa è pronta per accompagnarci in tante lunghe fumate.
Molto spesso la riduzione dello spessore della camicia carboniosa è pratica assai trascurata e a lungo andare questo atteggiamento di incuria può portare non solo ad una riduzione della capienza della nostra pipa ma anche ad una fessurazione vera e propria del fornello: sappiamo bene, infatti, che la crosta in fase di fumata tende ad espandere e, se eccessiva, può fare scherzi irrimediabili alla nostra radica (caso comunque piuttosto raro ed estremo).
Il mio consiglio è di fare un piccolissimo investimento e di acquistare almeno un set di frese: le nostre pipe, oltre ad essere fumate, hanno bisogno di essere saggiamente accudite.