lunedì 23 gennaio 2017

Iafisco bent brandy


Ci sono pipe ed artigiani che non sempre riesco a farmi piacere nell'immediato, in alcuni casi non scatta la scintilla, in altri invece ho difficoltà ad intravedere quello che ogni pipa di livello dovrebbe riuscire a trasmettere: la riconoscibilità.
Davide Iafisco non me ne voglia... Ma fino a un annetto fa anche lui rientrava in questa (soggettiva) categoria.
Le realizzazioni che caratterizzarono la sua prima produzione, in tutta onestà, mi sembravano prive di quella magica impronta che ti porta a dire "Wow! Una Iafisco!!" e quindi ho continuato a seguirlo, lo ammetto, con una certa superficialità.
Negli ultimi mesi però sono rimasto letteralmente sorpreso dalle sue recenti collezioni.


Si, perchè ho avvertito la sensazione nettissima del cambiamento, un'improvvisa maturazione stilistica che mi ha spinto, finalmente, a rivalutare totalmente il suo lavoro.
Questa rivalutazione, naturalmente, non poteva fare altro che sfociare in un acquisto più che mirato... E quindi mi sono deciso a toccare con mano la sua radica.
La pipa in questione é una bent brandy realizzata a fine 2016 e riesce a racchiudere, senza dubbio, buona parte del suo talento.
Che Davide si diverta a strizzare l'occhio alla terra danese non é di certo un mistero: parte del suo percorso formativo ha preso forma proprio in quei luoghi ed é del tutto fisiologico vedere quell'imprintig trasferirsi sulla sua radica.
Badate bene: Iafisco non gioca a fare "il danese", ma esprime a tutti gli effetti un'influenza respirata e vissuta a piene mani in modo totalmente diretto che va a fondersi saggiamente alla sua italianità.
Detto ciò torniamo a noi.
La pipa da me acquistata (la potete vedere in foto) é di dimensioni medio/piccole, perfettamente simmetrica e caratterizzata da un cannello con sezione a goccia. Il bocchino in ebanite é di tipo "army mount" ricavato a mano da barra e non presenta antiestetici micrograffi. La tenuta é assolutamente perfetta. Il dente invece é sottile, non invadente, comodo da "mordere" anche per lungo tempo e con un'adeguata apertura a ventaglio per garantire una migliore diffusione del fumo al palato.
La pipa é poi rifinita con una tinta tendente al rossiccio che da il meglio di se quando esposta alla luce diretta del sole, restituendoci dei riflessi molto particolari.
Il fornello, sottoposto a pretrattatamento, ha una capienza molto generosa se relazionata alle dimensioni totali.
Guardando attentamente questo oggetto ci si può render conto della meticolosa attenzione che Davide ha impiegato dato che ogni singolo dettaglio raggiunge la perfezione risultando del tutto privo di minime imperfezioni. Ogni linea é al suo posto ed il risultato é una validissima armonia di forme e curve.
Inutile dire quanto pratica e funzionale si sia rilevata la mia Iafisco in fase di fumata. Lo strato di carbone vegetale sta aiutando le prime fumate e già si avverte una certa dolcezza nella radica. Sto utilizzando esclusivamente il "Best Brown" di Samuel Gawith con gran soddisfazione e trovo questo connubio degno di nota. Naturalmente non escludo l'uso di altri tabacchi più in la.
Ammetto di essere estremamente soddisfatto di questo mio ultimo acquisto e spero, nel tempo, di aggiungere altre radiche di questo pipemaker alla mia collezione.
Credo che Davide stia percorrendo la strada giusta e mi auguro che possa continuare il suo lavoro raggiungendo vette sempre più alte e significative.
Alla luce attuale dei fatti non posso far altro che constatare la presenza, qui in Italia, di un altro validissimo pipemaker.