domenica 15 ottobre 2017

Pot: the easy pipe


Qualora ci si trovasse, da novelli fumatori, a dover acquistare la primissima pipa ci si sentirebbe senza dubbio in gran difficoltà: ad oggi é possibile avere a che fare con una miriade di differenti shapes (e altrettante relative varianti o interpretazioni) ognuno dei quali con determinate caratteristiche estetiche e funzionali.
Alla luce di ciò un po’ di smarrimento é più che dovuto.
Ma la domanda che spesso mi viene posta da chi si avvicina per la prima volta alla radica é relativa proprio a queste particolari circostanze: “quale sarebbe la pipa ideale per iniziare a fumare?”. Una risposta dal valore universale, purtroppo,  non é affatto individuabile... Ma, in linea del tutto teorica, la mia idea rimane sempre e comunque la stessa: il miglior approccio alla pipa può avvenire principalmente con uno shape di tipo “pot”, una pratica variante della classica billiard che si caratterizza per un fornello più basso ma più carico di legno.


Se si butta una rapida occhiata sulla rete ci si accorge di come la maggior parte dei principianti siano spinti, per l’appunto, verso l’utilizzo della già citata billiard... Ed effettivamente non c’é nulla di errato, ma a mio avviso sarebbe senz’altro più opportuno avere a che fare con delle pareti più spesse al fornello: la pot fa proprio al caso nostro ed essendo più ricca di legno perdona con maggior facilità gli errori di surriscaldamento tipici delle prime fumate del neofita assorbendo meglio il calore e quindi scongiurando (almeno in parte) il triste problema delle bruciature.
Il suo fornello rimane comunque piuttosto generoso e permette un buon caricamento quasi quanto una billiard.
Importante é il fatto che la nostra pot sia possibilmente dritta. Evitare le semicurve e le curve dovrebbe essere una prerogativa poiché andremo a ridurre drasticamente la quasi certa formazione di acquerugiola: sappiamo infatti che curvature varie ed eventuali del cannello favoriscono la formazione della fastidiosissima condensa, soprattutto quando si é alle prime armi.
Altra questione annosa é quella relativa alla tipologia di finitura.
Da una parte si sostiene che l’ideale pipa del neofita debba essere sabbiata o rusticata, dall'altra c’é chi opta per la liscia. Da un punto di vista teorico bisogna ammettere che le sabbiate (e le rusticate) sono effettivamente più propense a disperdere calore per via della loro maggiore superficie specifica... Allo stesso tempo, però, questa differenza in fase di utilizzo risulta assai blanda, quasi (o del tutto) impercettibile e quindi mi sento di affermare che la miglior finitura sarà più semplicemente quella che saprà aggradarci maggiormente la vista.
Altro consiglio fondamentale é quello di non investire grosse cifre nella prima pipa: anche una radica dal valore contenuto sa come svolgere il suo lavoro. Più importante, invece, é evitare di fare economia sul tabacco. Una buona miscela farà sicuramente la differenza rendendo certamente più gradevoli i primi passi nel mondo del fumo lento. Quindi ciò che risparmieremo nell’acquisto della radica potrà essere investito saggiamente in tabacchi di qualità.
E la mia prima pipa qual é stata?
Il mio percorso é stato un tantino più sconsiderato del solito essendomi affidato prevalentemente a due radiche ben differenti sia per caratteristiche di forma che gestionali: una billiard Paronelli (leggi “Paronelli billiard amber stem”) accoppiata ad una rhodesian Killarney 80’s di casa Peterson (leggi “Quando la pipa insegna...”). É stata soprattutto la seconda a farmi strada verso un corretto modo di conduzione della fumata. Strano ma vero.
Proprio in base alla mia esperienza passata mi sento quindi di ribadire nuovamente che regole ben precise non ce ne sono e mai ce ne saranno poiché gusti e percorsi toccano sempre e comunque sfere individuali... Ma se si é intenzionati ad approcciarsi alla pipa nel modo più semplice e lineare possibile la pot potrebbe rivelarsi la miglior “nave scuola” in assoluto.