mercoledì 5 settembre 2018

Peterson Burren “230”

 

E anche per questa annata le giornate estive iniziano pian piano ad esaurirsi. 
A differenza di quanto accaduto nel 2016 e nel 2017 quest anno non abbiamo ammirato alcuna “Summertime” da parte di Peterson... Eppure qualcosa era in cantiere...
Torniamo un attimino indietro per fare un minimo di chiarezza: l’azienda di Dublino aveva effettivamente confermato l’uscita della pipa dell’estate ma strada facendo ci sono stati dei piccoli ripensamenti. È notizia di poche settimane fa l’acquisizione da parte di Laudisi (Smokingpipes) del brand Peterson, manovra che ha portato indubbiamente alla modifica di alcune strategie di mercato... Ed un esempio è proprio individuabile nei cambiamenti subiti dalla serie “Summertime 2018” (che ha visto il suo nome cambiare improvvisamente in “Burren” poco prima del lancio sul mercato). Non so cosa abbia spinto il brand a questo repentino ed inaspettato cambiamento (forse l’intento è quello di far sparire definitivamente la serie di pipe estive?)... Fatto sta che le cose stanno così. 
Ma torniamo a noi. 
La linea Burren è caratterizzata da una selezione di shapes classici che si distinguono per via di una radica sabbiata e lasciata completamente al naturale, il tutto accompagnato da un’oliva in nichel ed un bocchino in acrilico “cream and mocha”. Il fornello è privo di trattamento waterglass e le diciture sulla pipa sono eseguite al laser. 


Se, da un lato, il sabbiato naturale rappresenta una petersoniana novità per il mercato mondiale, dall’altro non lo sarà per quello italiano... Dato che qualcosa di similare abbiamo già visto e toccato: faccio ovvio riferimento alle Peterson “Rogha” della tabaccheria Sansone, la quale aveva lanciato, in stretta collaborazione con Lubinski, delle pipe simili ma con delle differenze piuttosto sostanziali (numero limitatissimo di radiche selezionate personalmente dall’importatore, oliva in argento...) che andavano inevitabilmente a riflettersi anche nel prezzo finale del prodotto. 
Proprio per evitare evidenti contrasti tra le due serie Mario Lubinski ha deciso di non importare la linea Burren, quindi per averne una sono stato costretto a fare affidamento sul mercato estero. 
La mia Burren è una 230 (shape equivalente al 12 1/2) ed è sicuramente ben realizzata: la radica ha una sabbiatura discreta e le forature sono ben eseguite e perfettamente centrate. La tenuta dell’army è solida e stabile. La scelta del bocchino in acrilico dai toni caffè la trovo riuscitissima dato che l’abbinamento, da un punto di vista prettamente estetico e cromatico, ci sta tutto. 
Anche la presenza di un’oliva in nichel non mi dispiace: non abbiamo il pregio di un materiale come l’argento ma allo stesso tempo tale scelta comporta un abbatimento del prezzo complessivo dell’oggetto stesso, il quale risulta acquistabile a poco più di 100€ (mica male!). 
A mio avviso la linea Burren ha un suo valido perchè: Peterson offre in via definitiva (anche se, forse, in numero limitato) una pipa sabbiata al naturale e la rende accessibile a tutte le tasche sfruttando qualche piccolo compromesso. Personalmente ho gradito tale approccio e sono felice di averne aggiunta almeno una in collezione. Per farla breve possiamo affaremare di avere tra le mani una Rogha in versione prettamente “proletaria”. 
A questo punto mi resta una sola cosa da fare: iniziare a fumarla per scoprire, accensione dopo accensione, quali sfumature cromatiche assumerà la sua radica nel tempo (il bello di una pipa al naturale è anche questo). 
Credo che inizierò a rodarla seguendo un percorso tutto al naturale fatto di “Cimette Toscani” e Semois di Manil.