lunedì 29 febbraio 2016

Piccola guida sulla lucidatura dell'ebanite

Il bocchino da restaurare
Sono in molti ad averla richiesta e dopo tante pressioni mi sono finalmente deciso a metter su questa piccola guida relativa alla lucidatura dell'ebanite.
Sappiamo benissimo che i bocchini in ebanite sono inevitabilmente destinati a virare di colore nel tempo a causa della normale affioratura di zolfo, fenomeno comune ma effettivamente poco gradevole.
Un rimedio a tutto ciò esiste ed é facilmente applicabile anche all'interno delle mura domestiche.
A differenza di quanto si legge in rete non vale la pena fare affidamento a rimedi di dubbia utilità come Sidol, limette per unghie, spugne magiche e via dicendo.
Da che mondo é mondo l'ebanite va lucidata solo ed esclusivamente con dischi e paste solide.
Tutto il resto é pura e semplice perdita di tempo.
Ma andiamo a vedere di cosa avremo bisogno.


-Gli strumenti-


Per far si che i nostri bocchini tornino a riacquistare la loro originaria lucentezza avremo bisogno di materiale facilmente reperibile in una buona e fornita ferramenta:
  • 2 dischi in cotone dotati di supporto per trapano (il primo per lavorare con il pre-polish ed il secondo per lavorare con il final-finish)
  • 2 compounds (paste solide): pre-polish e final-finish (consigliatissimi quelli prodotti dalla Menzerna)
  • un comunissimo trapano a velocità regolabile
  • Un supporto da banco per trapano (ben visibile in foto)
  • Carte abrasive (dalla 800 fino alla 1500/2000 sono più che sufficienti)
  • Soda caustica in scaglie
Questo é il materiale essenziale di cui avremo bisogno e che ci permetterà di svolgere le nostre operazioni di manutenzione per tempo immemore.
A questo punto possiamo procedere, passo dopo passo, verso il restauro del nostro bocchino in ebanite.


-Fase 1-


Il primo step consiste nel realizzare una soluzione di acqua e soda caustica nella quale andremo a lasciare a bagno il bocchino per circa 6/12 ore. Questa immersione permetterà allo zolfo di affiorare completamente in superficie per esser facilmente rimosso nella fase successiva e andrà a rigenerare la gomma restituendo il giusto assetto ai legami tra caucciù e zolfo. Attenzione perché la soda é corrosiva, quindi consiglio vivamente di preparare la soluzione con le dovute precauzioni e in un luogo ben ventilato!!
Il rapporto acqua/soda da me adoperato é di circa un cucchiaio per litro d'acqua.
Se sui bocchini fossero presenti loghi o punzoni é opportuno coprirli con una goccia di vaselina.
Già dopo qualche ora possiamo notare come l'acqua inizi lentamente a virare di colore: segno che il processo sta dando buoni frutti.
Non ci resta che attendere il tempo necessario prima di seguitare con il nostro lavoro.


-Fase 2-

Il bocchino carteggiato

Poniamo il barattolo contenente il bocchino e la soluzione a base di soda sotto l'acqua corrente facendo attenzione ad evitare schizzi. Dopo qualche minuto abbondante avremo eliminato gran parte dell'acqua sporca e solo a questo punto prenderemo il bocchino e seguiteremo a risciacquarlo al meglio.
Adesso, con l'ebanite ancora bagnata, procederemo ad una buona carteggiatura partendo con le carte abrasive più grossolane fino a giungere a quelle più sottili. In questa fase serve mano leggera poiché dovremo fare attenzione a non smussare eventuali angoli e spigoli. Serve un po' di calma e precisione: l'obiettivo é quello di eliminare la patina senza consumare il bocchino.
Naturalmente é meglio che questo lavoro si realizzi sotto il getto dell'acqua facendo in modo che le affiorature di zolfo restino morbide e quindi più semplici da asportare.
Naturalmente é necessaria un'abbondante e ripetuta scovolinata per pulire per bene anche la foratura interna. Solo quando gli scovolini ne verrano fuori perfettamente puliti possiamo concludere questa operazione.
Nella foto in alto vedete il risultato dopo i passaggi con le abrasive.


-Fase 3-


Finalmente possiamo passare ai dischi.
Dopo aver fissato il trapano ad un banco da lavoro con l'apposita morsa andiamo a montare il primo disco, quello dedicato al pre-polish.
I giri/min a me ideali per lavorare sull'ebanite sono di circa 800: così facendo le possibilità di far danni sono davvero ridotte.
Avviato il disco andiamo a poggiare su di esso il compound di pre-polish per qualche secondo e siamo pronti a cominciare: il bocchino va lasciato scivolare sul disco, non é necessaria una forte pressione. Naturalmente staremo ben attenti a passare su tutta la superficie in modo uniforme tenendo saldamente il bocchino per evitare che possa sfuggirci di mano.
Con l'utilizzo del pre-polish andiamo ad eliminare gli eventuali micrograffi creati con le abrasive e iniziamo a restituire "decenza" all'ebanite. Questa pasta solida é idonea anche per la rimozione dei segni di denti al morso.
In foto potete vedere il risultato della fase 3: il nostro "stem" é tornato ad esser di un bel nero uniforme... Ma manca ancora qualcosa: la sua originaria brillantezza.

Dopo il passaggio al pre-polish


-Fase 4-


Questa é l'ultima fase, per la quale cambieremo disco per poter ultimare il nostro lavoro con il final-finish (compound brillantante).
Anche in questo caso lavoriamo a 800 giri/min.
Come in precedenza avviamo la rotazione del disco e accostiamo su di esso il "blocchetto" di polish per qualche secondo, fatto ciò si parte con la lucidatura vera e propria.
Anche in questa circostanza occorre la giusta attenzione e pazienza.
Già dopo pochissime passate possiamo notare che la nostra ebanite inizia a splendere e a riflettere la luce a specchio, segno che il nostro lavoro sta effettivamente giungendo a termine.
Ogni tanto fermiamo il disco e controlliamo i risultati: quando il bocchino ha effettivamente raggiunto il suo splendore possiamo definire concluse le nostre operazioni.
Una buona strofinata con una pelle di daino per rimuovere eventuali rimanenze del compound ed il gioco é fatto.
Nella foto é possibile osservare il bocchino ultimato, nero e splendido come appena acquistato. La sua lucentezza é stata ottenuta utilizzando solo ed escusivamente i dischi: niente olio, carnauba o altri rimedi inutili e superflui.

Il bocchino ormai ultimato

Naturalmente il sottoscritto non é di certo un restauratore professionista quindi questa piccola guida domestica, per quanto funzionale, potrebbe differire dalle tecniche lavorative adottate dai maestri artigiani del settore.
Tutte le fasi di esecuzione da me descritte potrebbero inoltre sembrare estremamente complesse e laboriose ma vi garantisco che con un minimo di pratica sarà possibile ottenere dei buoni risultati senza grande sforzo. Il consiglio é quello di iniziare a far gavetta su un vecchio bocchino.