mercoledì 30 aprile 2014

Review: Samuel Gawith "RB Plug"


RB Plug

Marca: Samuel Gawith
Nome tabacco: RB Plug
Origine: England
Master Blender: Samuel Gawith
Trattamento: Air cured
Confezione: Bulk 50 grammi
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie

lunedì 28 aprile 2014

Crumble cake fai da te!



Non so se a qualcuno di voi sia mai passata per la testa l'idea di preparare un crumble cake del tutto personale...
Il vantaggio del crumble cake è un po' quello dei pressati in generale: la possibilità di una conservazione più lunga. Sappiamo infatti che un tabacco, se sotto pressione, conserva meglio, nel tempo, tutte le sue caratteristiche, umidità compresa!
Quindi perchè non tentare??
Ho trovato online un video molto breve ed esaustivo che ci mostra gli strumenti da adoperare e le piccole fasi da seguire.
Naturalmente, per portare a casa il risultato, sarà necessario umidificare molto il trinciato che decideremo di mettere sotto pressione. Solo in questo modo riuscirà a compattarsi a dovere.
Tentar non nuoce...

Visualizza il video

venerdì 25 aprile 2014

È tempo di restauro (parte 1)



Un po' di mesi or sono acquistai su eBay, per pochi Euro, una bellissima Peterson Patent 20's sabbiata del 1978.
La pipa mi arrivvò in perfette condizioni, igienizzata e pronta per l'uso.
Acquistandola però avevo già notato il suo più grande difetto.
Generalmente quando si punta sull'usato vintage il bocchino presenta il solito e ormai noto difetto dell'ingiallimento, una caratteristica dell'ebanite che odio in modo particolare.
In questo circostanza però, il problema era ben differente: il bocchino montato su questa Patent, infatti, non è quello originale di casa Peterson. Nonostante sia realizzato in cumberland stona decisamente con la pipa in questione.


Decisi comunque di acquistarla promettendomi che, appena possibile, l'avrei fatto sostituire.
Credo che quel momento sia ormai giunto.
Piuttosto che rivolgermi direttamente alla casa madre (con tempi di attesa che vanno ben oltre i 5/6 mesi) ho preferito contattare direttamente il maestro assoluto delle riparazioni, sto parlando di Mauro Gilli.
Durante una piacevolissima chiacchierata telefonica siamo giunti ad un accordo: un nuovo bocchino a sella per la mia Patent con P-lip ma da realizzare rigorosamente in metacrilato. In questo caso il lavoro risulta più complesso del solito perchè il bocchino va realizzato da zero partendo direttamente dalla barra grezza. Se invece avessi optato per l'ebanite sarebbe stato più semplice in quanto questa tipologia di bocchini Peterson sono generalmente dei prestampati semilavorati che vanno semplicemente (si fa per dire) adattati alla pipa e successivamente lucidati. Ma si sa... A me l'ebanite proprio non piace!!!


Assieme a questo lavoro il maestro Gilli mi luciderà anche il bocchino di una mia Peterson DeLuxe 5's che inizia a mostrare segni di vecchiaia.
La pipa sarà spedita ad inizio settimana e i tempi di attesa dovrebbero ammontare ad una ventina di giorni.
Quando avrò di nuovo la mia irlandese tra le mani ve la mostrerò, così potremo valutare il lavoro di Mauro.

giovedì 24 aprile 2014

Ammezzare un Toscano a Frosolone...


Proprio qualche giorno fa, parlando del sigaro Toscano, abbiamo accennato ai bellissimi tagliasigari artigianali di produzione toscana e di quanto siano ben realizzati.
Ma c'è una cosa che in molti non sanno: gli abili coltellinai non sono soltanto di patria toscana.

Io sono abruzzese e per me, fare un viaggetto fino al Molise, non è così impegnativo.
Proprio in Molise c'è un piccolo paese molto noto per la produzione di lame di elevata qualità, sto parlando di Frosolone.
In questo paesino ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere un artigiano di tutto rispetto: Rocco Petrunti.
Il maestro Petrunti si dedica all'attività di coltellinaio continuando una tradizione familiare che risale a più di quattro generazioni. La sua produzione è quella tipica di Frosolone: sfilati, mozzetti, zuavi, temperini e coltelli da innesto. A questa produzione tradizionale di affianca quella di coltelli custom da collezione e da caccia ottenuti sia per asportazione di materiale che per forgiatura , impiegando per le lame i migliori acciai reperibili sul mercato e per i manici materiali naturali quali corno, avorio, madreperla e legni pregiati. 
Per chi fosse interessato, è possibile visitare il suo bellissimo atelier.


Ma perchè mai un fumatore di Toscano dovrebbe oltrepassare la soglia di questa "bottega"??
La risposta è semplicissima: anche qui, come a Scarperia, è possibile acquistare un bellissimo "coltello tagliasigari".
Ne ho acquistato uno dall'eleganza unica: lama affilatissima e manico in corno di bue.
E proprio il manico merita una menzione d'onore: non siamo dinanzi al solito coltello con le guance in osso rivettate su un'anima metallica... Ma con unico blocco di corno sul quale è fissata una lama in acciaio inox al molibdeno-vanadio MA5MV.
Un lavoro di gran maestrìa. 




Ricordo che fui il primo, qualche anno fa, a rendere noto ai più (su Accademia del Fumo Lento) l'esistenza di questo onesto e valido artigiano.
Con un Petrunti in tasca ammezzare un Toscano si traforma in un'esperienza davvero eccezionale.
Se mai vi capitasse di fare una passeggiata in Molise ricordatevi di fare un salto a Frosolone, troverete tante botteghe pronte a incantarvi con la bellezza delle loro luccicanti lame.

martedì 22 aprile 2014

Ammezzare un Toscano a Scarperia...



Anche il mondo del Sigaro Toscano, tanto quanto quello della pipa, è fatto di riti magici relativi alla celeberrima preaccensione.
Se con la radica diventa parte fondamentale del gioco la scelta della pipa stessa, quella del tabacco, il caricamento, l'accensione... Con il nostro amato Toscano ci andiamo comunque vicino.

Quando ho voglia di accendermi uno "storto" mi piace tantissimo l'idea di aprire il mio humidor e fare la selezione del pezzo da sacrificare alla fiamma. È un'esperienza sia tattile che olfattiva: stringerlo tra pollice ed indice per constatarne la forma e lo scricchiolìo... Avvicinarlo alle narici per gustarne il profumo a crudo... Ma non basta, perchè anche l'occhio vuole la sua parte! Ed ecco che entra in ballo anche l'esperienza visiva: osservare per bene il sigaro, valutarne la costruzione, la fascia e il suo colore... 
Sono istanti che, per un vero fumatore, sono parte integrante di una fumata appagante.
Ma con il Toscano uno dei momenti che più adoro è l'ammezzamento.
Non amo fumare alla "maremmana" (vale a dire il tosco per intero) ma ho sempre preferito ammezzare, vuoi per una questione pratica legata ai tempi di fumata, vuoi per il maggior impatto che regala il mezzo sigaro... 
Fatto sta che per me, il Toscano, va "ghigliottinato"!!
Lo strumento piú comune in questi casi è la ghigliottina, reperibile un po' ovunque a prezzi anche accessibilissimi... Ma per i fanatici più incalliti è doveroso fare un salto in Toscana, più precisamente a Scarperia, e portarsi a casa un coltello da Toscano o un tagliasigari "speciale".
La tradizione toscana delle lame ha portato gli artigiani a strizzare l'occhio nei confronti del loro sigaro fino al punto di spingerli a realizzare un coltello molto particolare: il "rasolino tagliasigari".


La tradizione vuole che, nei tempi in cui era consuetudine girare con un temperino perennemente in tasca, per ammezzare il Toscano si adoperasse il coltello stesso. Questa idea antichissima è stata esaltata dalla Saladini: come potete notare in foto il loro rasolino presenta sul manico una zona cava nella quale va ad adagiarsi il sigaro che, sotto la pressione di una lama ben affilata, si lascia dividere perfettamente in due parti.
Certo, forse oggi come oggi portarsi dietro uno di questi coltelli non è di certo il massimo... Ma la Saladini ha accontentato proprio tutti realizzando anche una linea di tagliasigari più canonici e discreti. Uno su tutti è il tagliasigari con foro aperto e forasigari.
Un oggettino compatto, pratico e trasportabile, con addosso un'eleganza senza pari!


Io ne posseggo uno da diversi anni ormai e non ha mai mostrato cenni di cedimento: lama affilatissima, guancette in corno di bufalo resistentissime al tempo e punteruolo pronto ad entrare in gioco nel momento in cui il nostro storto presentasse un tiraggio piuttosto ostico. La qualità della lavorazione è evidentissima e si può toccare con mano!!!
Ammezzare il nostro sigaro diventa un piacere che va ad esaltarsi ancora di più.

Vi lascio con una foto del mio personalissimo Saladini.




domenica 20 aprile 2014

Pareggiare il braciere!!

Tanti auguri a tutti di buona Pasqua!!!

Apriamo questo breve post "pasquale" con qualcosa di leggero.... Di mooolto leggero!!
Parliamo brevemente della questione fornello + pigino.
Sappiamo benissimo quanto sia importante, per una corretta fumata, l'utilizzo di un premitabacco. 
Esso andrà adoperato con parsimonia per pareggiare lo strato di cenere superiore facendo molta attenzione alla pressione che andremo ad imprimere. Se quest'ultima risultasse eccessiva ci si ritroverebbe con un tabacco serratissimo ed infumabile!!

Per i più pignoli invece è da poco disponibile su eBay un particolarissimo pigino che ci permette di mettere a "livello" lo strato di cenere di cui parlavamo!!!
Ve lo mostro volentieri rinnovandovi i miei auguri!!!


PS: naturalmente avrete compreso che questo post non è altro che uno scherzone bello e buono! 
Però questo pigino su eBay è acquistabile sul serio!!! 

mercoledì 16 aprile 2014

Tutolo: "Missouri Meerschaum"


A volte per fumar bene basta poco.

Ho la fortuna di abitare in aperta campagna, e l'arrivo della stagione calda mi spinge a spostarmi fuori, all'aperto, magari per una sosta riflessiva in giardino o per una passeggiata tra i miei ulivi e i miei vigneti.
Sono proprio queste le occasioni in cui mi piace metter da parte i grandi nomi stampati sulle radiche e stringere tra i denti qualcosa di più umile, qualcosa che mi avvici il più possibile all'ambiente della campagna.
La pipa in tutolo sembra studiata apposta per l'occasione.
Credetemi, la pannocchietta non va affatto sottovalutata, con quella sua aria semplice e rustica è capace di grandi cose.
Stiamo parlando di una pipa molto economica, la portiamo a casa con una manciata di Euro e, se trattata a dovere, ci rimarrà fedele per lungo tempo.
È ricavata da un particolare granoturco americano coltivato esclusivamente a tale scopo e viene prodotta dall'ormai famosissima Missouri Meerschaum.
Può regalarci delle fumate molto fresche e asciutte per via dell'elevata capacità assorbente del materiale, la trovo formidabile con i trinciati naturali: fumarsi una carica di semois di Manil in tutolo diventa paradisiaca!! Ideale anche con i tabacchi a base di Virginia ma la sconsiglio vivamente con le English Mixtures dato che il latakia tenderebbe ad essere snaturato e appiattito.



Parliamo comunque di una pipa economica che, a rigor di logica, ha anche dei "contro", uno su tutti la durata. Sappiamo benissimo infatti che può esser soggetta a bruciature e fessurazioni, ma dato il costo ridicolo nell'eventualità non ne faremo un dramma. Altra pecca è il suo bocchino realizzato in un'odiosissima plasticaccia: oggi come oggi sono in molti a farsi realizzare degli appositi bocchini in acrilico o ebanite da adattare e riutilizzare su ogni nuova pannocchia.
Nella mia collezione di pipe il tutolo non manca, ne ho tre e mi regalano bei momenti soprattutto nelle fumate disimpegnate fatte passeggiando nei boschi vicino casa. Sono comode, pratiche e il loro look riesce sempre a strapparmi qualche sorriso.
Sono disponibili in più varianti, fino ad arrivare alle freehand... Quindi la possibilità di scelta non manca.
Sono convinto che anche il fumatore più rigoroso potrebbe trovare piacevole fumare di tanto in tanto in una pipa così umile e funzionale.

Popeye fuma in pannocchia da sempre... E non se n'è mai lamentato... Beh, un motivo deve pur esserci!!!


martedì 15 aprile 2014

Samuel Gawith: odio e amore...



Sono moltissimi i paramentri che fanno di un tabacco un "buon tabacco".
Sono talmente tanti che fin troppo spesso il fumatore, così rapito nella loro valutazione, ne perde di vista uno altrettanto importante: la gestione in fumata.
Per me un "buon tabacco", oltre ad esser buono, deve dimostrarsi di semplice gestione.
Parto da questo presupposto perchè una fumata di pipa è (e dovrebbe essere) principalmente un piacere, se si dovesse trasformare in una continua riaccensione diventerebbe a dir poco frustrante.

Esistono buoni tabacchi difficili da gestire?

Purtroppo si.
Le mie esperienze peggiori le ho avute in linea di massima con i prodotti della Samuel Gawith.
È una marca lodevole, ha una produzione di tutto rispetto, ma spesso presenta delle tin con un contenuto eccessivamente umido. Questa elevata umidità tende a rendere più complicata l'accensione e la relativa gestione della fumata. Uno dei maggiori consigli che mi sento di dare è quello di lasciar arieggiare il tabacco almeno una ventina di minuti prima dell'accensione.

Tentare di fumare un twist come il Brown No4 richiede una certa dimistichezza da apprendere solo ed esclusivamente con l'esperienza... Ma a conti fatti non mi ha mai creato grossi problemi, basta star attenti nell'eseguire un caricamento a regola d'arte ed il gioco è fatto: la fumata va da se.
Le difficoltà maggiori, per me, arrivano con il tanto amato "Full Virginia Flake"!!
Lo odio!!! Ingestibile, un continuo psegnimento che mi spinge fino all'esasperazione!! Eppure di flakes ne ho fumati moltissimi senza mai riscontrare tutta questa difficoltà.
Con il FVF la fumata diventa qualcosa di davvero straziante!! Ad esso ho iniziato a preferire il "Park Lane No7", sicuramente di qualità inferiore ma più fumabile e con un prezzo decisamente più contenuto. Ottimo anche il Marlin Flake.



Quindi, come già anticipato, quando un tabacco risulta di difficile gestione tento di accantonarlo e basta nonostante la sua bontà.
Fumare la pipa è un piacere che deve accompagnarci durante la giornata lasciandoci godere a pieno di quegli istanti, se si trasforma in un insieme di momenti frustranti tanto vale spegner tutto e dedicarsi ad altro.
Alla luce di ciò ho deciso di dedicarmi esclusivamente a quei tabacchi capaci di tenere alla larga le mie eventuali sbraitate.

Review: Wellauer "English Blend"


Marca: Wellauer & Co.
Nome tabacco: English Blend
Origine: UK
Master Blender: Wellauer & Co.
Trattamento: Air cured
Confezione: Tin da 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Peterson Standard System 303

lunedì 14 aprile 2014

Nuovo acquisto: "Volpe"!!



Proprio qualche giorno fa ho dedicato un post ad un artigiano emergente che, a quanto mi sento di dire, merita di esser seguito con estrema attenzione.
Mi riferisco alle pipe Volpe, prodotte da un giovanissimo pipemaker.

Rapito dalla bellezza delle sue pipe ho deciso di concedermene una.
La scelta non è stata semplice.
La mia indecisione era focalizzata su due modelli: una billiard panel ed una bulldog... E alla fine, dopo tanto pensare, ho optato per la seconda.
Carlo Volpe, come al solito, si è dimostrato gentilissimo seguendo la spedizione passo dopo passo e contattandomi telefonicamente più di una volta, ansioso di sapere se la sua "creatura" era giunta a destinazione.
Con Carlo si è instaurato un rapporto che definirei quasi confidenziale. Mi ha parlato a lungo della pipa in questione e delle sue fasi di lavorazione, mettendomi al corrente di tutti gli aneddoti nascosti attorno ad essa.
Una persona splendida. Non potrei definirla diversamente.


Ma torniamo alla mia bulldog.
Si è presentata all'interno di un'elegante e sobria confezione bianca recante il marchio Volpe e... Aprendola... Sono rimasto colpito ancor prima di vedere la pipa: un bellissimo pigino in faggio ha fatto bella mostra di se, ma ancor più interessante è stata la presenza di una pergamena recante in breve la storia di tale pipa con tanto di foto che ne mostrano i vari step di lavorazione!!
Una vera chicca per chi, come me, ci tiene a conoscere le diverse fasi di gestazione.



E cosa dire della bulldog?? Un concentrato di leggerezza ed eleganza. Una linea in purissimo stile british che non ha nulla (e dico NULLA) da invidiare ad una Dunhill. Presenta una bellissima sabbiatura ed un bocchino in metacrilato cumberland con perno antirottura.
La sua testa, leggermente inclinata in avanti, le dona uno slancio ed una sobrietà favolose.
Carlo mi ha confidato che la vera fonte di ispirazione per questo shape nasce da un "mostro sacro" della pipa italiana: Mauro Gilli. Il ragazzo ha puntato in alto... Ed è riuscito perfettamente nel suo intento.
Per me Carlo Volpe è promosso a pieni voti.


Manca ancora la prova del fuoco e, come sempre, lascerò che sia la pipa stessa a "consigliarmi" il momento opportuno per la primissima accensione.
Chissà, forse anche quei momenti saranno condivisi con voi.

domenica 13 aprile 2014

KETO Reporter: la birra al sapor di Toscano



Non sono mai stato un gran bevitore.
Oggi come oggi, complici le grosse restrizioni relative all'alcool e alla guida, diventa sempre più difficile farsi un buon bicchiere in compagnia e alla luce di ciò tento di limitare di molto le mie bevute.
Ma una cosa è certa: non rinuncio ad un buon vino o ad una "specialissima" birra
Ed oggi proprio di questo voglio parlare: di una "birra speciale".

Ho gustato per la prima volta una KETO Reporter qualche annetto fa ed è stato amore al primo sorso. Una bevanda unica, particolarissima e fuori dagli schemi prodotta da "Birra Del Borgo".
Alla base abbiamo fondamentalmente una "porter".
Con il termine porter si va ad intendere uno "stile", una tipologia di lavorazione ottenuta con l'utilizzo di malti scuri e introdotta per la primissima volta dalla Guinnes.
La maggior parte di voi saprà che proprio dalla porter deriva la "stout".
Ma non finisce qui, perchè la caratteristica fondamentale della KETO è l'aggiunta di tabacco Kentucky!! Avete capito benissimo: proprio il tabacco utilizzato per la lavorazione del famosissimo Sigaro Toscano!!



Ho sorseggiato la KETO tra le mura domestiche, quindi senza distrazioni e confusione.
È una birra scura, praticamente nera (una vera e propria porter) ma che riesce a sprigionare un gusto ed un profumo unico, inimitabile.
Va servita ad una temperatura di 12 gradi centigradi e la sua gradazione alcoolica è di circa il 5%.
Ad ogni sorsata veniamo invasi da un buon sentore di tostato, con la presenza del Kentucky che ci dona delle note alquanto speziate, pepate, oserei dire tendenti al piccante.
Nonostante una percentuale di alcool che definirei bassa abbiamo comunque a che fare con un prodotto che dimostra una certa complessità sia al naso che al palato.

L'abbinamento ideale, guardacaso, è proprio con il Sigaro Toscano. Da il meglio di se.
Ma la mia esperienza mi ha portato ad apprezzarla anche in abbinamento alla pipa: la morte sua, in questo caso, è con il Trinciato Fotre ed il Trinciato Comune, anch'essi a base di Kentucky.

A chi non avesse ancora avuto modo di provare la KETO consiglio vivamente di non perder tempo e di correre a prenderne almeno un paio di bottiglie. Non ne rimarrete delusi e scoprirete che un buon Toscano ed una buona pipata non debbano abbinarsi esclusivamente con un distillato ad elevato tasso alcoolico.



venerdì 11 aprile 2014

Quando la pipa insegna...


Sappiamo benissimo come possa essere ostico muovere i primi passi nel mondo della pipa.
Sono tanti i dilemmi che si incontrano lungo il percorso e, nel bene o nel male, li conosciamo un po' tutti: la scelta della primissima pipa e quella del tabacco sono tra le più note.
Abbiamo scritto e letto più volte che la pipa ideale per il principiante è in assoluto la "billiard" (anche se io consiglierei una pot) per motivi già citati in precedenza... Ma c'è anche chi, come me, ha affrontato le prime difficoltà facendo affidamento su uno shape totalmente differente.

La pipa che mi ha "insegnato a fumare" non è una dritta, bensì una semicurva.
Sto parlando di una rhodesian. Per esser più precisi di una Peterson "Killarney red 80's".
La serie Killarney appartiene ad una fascia medio bassa della casa irlandese, attualmente la si può acquistare ad un prezzo che si aggira attorno alle 80€.
È caratterizzata da una bellissima colorazione rossa brillante e da una massiccia laccatura. Purtroppo proprio quest'ultima è da considerarsi una pecca: sappiamo benissimo infatti che la radica ha neccessariamente bisogno di "respirare" e qualunque tipo di laccaggio rappresenta un grosso limite a tale scopo. Ma purtroppo, per certe fasce di prezzo, non possiamo pretendere la luna.
In linea di massima la Killarney ha accompagnato a testa alta tutte le mie fumate da neofita facendomi da vera e propria guida, ha sopportato una moltitudine di tabacchi (molti dei quali sono caduti nell'oblìo del dimenticatoio) senza mai storcere il naso e reggendo con vigore a tante e tante fumate. Mai un cenno di cedimento. Una vera e propria stakanovista!!! Come ho accennato nel post precedente la particolare conformazione semisferica del fornello ha semplificato di molto le mie fumate permettendomi di arrivare a fine fumata senza troppe difficoltà e, spesso e volentieri, senza che neanche me ne rendessi conto!!!
Ho trovato inoltre tale vantaggio anche con lo shape 03, sempre di casa Peterson.

Con il passare degli anni la mia Killarney è stata un po' messa da parte a favore di altre pipe ma ha comunque lasciato in me un forte imprinting: da allora il mio marchio prediletto è Peterson, non a caso ne ho acquistate molte altre con gioia e senza rimpianti.
Naturalmente il ricordo di quei primi approcci alla pipa rimane più vivo che mai e, di tanto in tanto, adoro aprire il cassetto, tirare fuori la mia "rossa" e caricarla con un buon trinciato. È sempre una piccolissima emozione...!!


giovedì 10 aprile 2014

La pipa per il neofita: andiamo controcorrente!


Fin dall'alba dei tempi, ogni volta che un novizio tenti di avvicinarsi per la prima esperienza ad uno strumento da fumo come la pipa, sente consigliarsi a gran voce dal tabaccaio l'acquisto di una "billiard".
Ebbene si, è proprio questo lo shape per antonomasia: elegante, sobrio ed inconfondibile.
Consigliatissimo soprattutto per un evidentissimo ed inequivocabile motivo: l'assenza di "curve".
La billiard, avendo appunto un cannello dritto, permette al neofita una fumata sicuramente più asciutta rispetto ad una bent proprio perchè il fumo non si trova costretto ad intraprendere percorsi che facilitano la formazione dell'odiosissima acquerugiola.

Ma il vostro Kinski, se mai dovesse consigliare una "prima pipa", tenderebbe ad andare controcorrente. E su cosa punterebbe?

Su una Peterson 80's.
Già, una rhodesian semicurva.
Chiunque abbia mai fumato in questo shape (a mio avviso bellissimo) avrà sicuramente notato un particolare e potrà confermarlo: si riesce ad arrivare fino a "fine carica" senza neanche rendersene conto, con una gran facilità. 
Il motivo è da rintracciarsi in quella conformazione "semisferica"del suo fornello che ci semplifica la vita in modo davvero drastico.
Naturalmente bisogna comunque tener presente la morbida curva dello shape che potrebbe però dare qualche problemino ai novizi... Ma con un poco di pratica si riuscirà ad aggirare l'ostacolo.
Inoltre anche la presenza di un legno più abbondande meglio ammortizzerebbe un eventuale surriscaldamento tipico delle prime fumate senza esperienza.
Io stesso ho imparato a fumare sul serio con una Killarney Red 80's senza incontrare atroci difficoltà.


The "pipe cleaner"

È assieme al pigino uno strumento indispensabile per ogni fumatore di pipa... Ma lo sentiamo nominare sempre molto di rado.
È doveroso dedicare qualche riga anche a questo nostro inseparabile compagno.
Per farlo sono andato a ripescare uno scritto di Carlo Imparato, titolare dell'omonima tabaccheria a Varese.
Spero possa risultare interessante.





Gli scovolini sono gli accessori più utili per il fumatore di pipa; servono per la gestione dell’umidità che si crea durante la fumata, nonché per la pulizia - ordinaria e straordinaria - della pipa stessa. Un corretto utilizzo degli scovolini può garantire una fumata di buona qualità e favorire una corretta manutenzione della pipa.



STRUTTURA E TIPI

Lo scovolino ha forma tubolare e consiste in un anima metallica o plastica avvolta da fibre di cotone e/o di frammenti di nylon. In particolare possiamo elencare tre tipi di scovolini:

 • Assorbente: il rivestimento è di solo cotone
 • Abrasivo: il rivestimento è di fibre di cotone e di nylon alternati fra di loro
 • Misto: meno usato, una metà abrasiva e un’altra assorbente

Si presentano in due forme: regolare (diametro fisso per tutta la lunghezza) e conica (un’estremità di diametro maggiore rispetto l’altra).
Gli scovolini conici, dovrebbero avere una maggior capacità assorbente, ma non sono da meno quelli regolari.
La lunghezza degli scovolini varia. Esiste quella standard (attorno i 15-16 cm), più lunghi per le churchwarden ed infine quelli venduti a metro (non reperibili in Italia).



QUALITÀ

Prima di entrare nel vivo del discorso riguardante l’utilizzo degli scovolini, ritengo opportuno soffermarci sulla loro qualità. Per scovolino buono s’intende quello che si flette ma non si piega (anima in acciaio) e non lascia dei residui di cotone durante il suo passaggio. Nel primo caso possiamo usarli anche con le pipe curve durante la fumata e nel secondo non rischiamo ad aspirarli mentre fumiamo.



USO

Il loro uso può essere distinto in ordinario e straordinario. Esaminiamo i due casi.


 - Pulizia ordinaria durante la fumata
 
Non è raro il fenomeno che crea dell’umidità fra il foro del fornello (quello della fuoriuscita del fumo) e il cannello. Il fenomeno dovuto a vari fattori, oltre il fastidioso gorgoglio, altera il sapore del tabacco. In tal caso occorre l’impiego di uno scovolino assorbente (meglio regolare; quelli conici potrebbero avere delle difficoltà di penetrazione dal foro del bocchino). Con pipa montata, si inserisce lo scovolino dal foro del bocchino e si arriva fino al punto di giunzione fra fornello e cannello. Si lascia per qualche secondo e poi si estrae. Da sottolineare che il passaggio dello scovolino non deve essere impedito da nessun tipo di filtro (metallico, di balsa, di schiuma, di carbone); in tale circostanza è impossibile la completa penetrazione.


 - Pulizia ordinaria dopo la fumata

Lasciamo raffreddare la pipa e poi la smontiamo. Si svuota il fornello e si prende uno scovolino abrasivo. Si flette ad “U” e viene inserito nel fornello. Si esegue un movimento rotatorio e lungo l’asse perpendicolare. In questo modo sono eliminati i residui di cenere e qualche particella di tabacco incombusto attaccato sulle pareti interne del fornello. Passiamo alla pulizia del cannello. Possiamo rincorre all’uso di un’assorbente (regolare o conico) o di un abrasivo (regolare o conico) o di un misto. Dipende dal grado di sporcizia del cannello. Se la pulizia avviene regolarmente, l’impiego di un assorbente è più che sufficiente. Si inserisce nel cannello lo scovolino (se conico l’estremità di spessore maggiore dovrà essere orientata verso il fornello) e si esegue un movimento lungo l’asse longitudinale, finché l’umidità residua non viene assorbita e non si libera totalmente il foro localizzato fra fornello e cannello da eventuali particelle di cenere e/o di tabacco. Stesso discorso se si usano gli altri tipi di scovolini. Per il bocchino usiamo uno di tipo assorbente: si passa da un estremità all’altra due o tre volte. Dopodiché la pipa può essere rimontata e messa a riposo. Alcuni hanno l’abitudine di lasciare uno scovolino inserito durante il riposo della pipa, a scopo di accelerare l’eliminazione d’umidità. Personalmente non ho trovato delle differenze sostanziali.


 - Pulizia straordinaria

In questo caso il problema che interessa di più è la condensa creata nell’arco del tempo nel cannello. Si prende uno scovolino abrasivo si piega in due. Le due estremità ravvicinate vengono inserite nel cannello e si esegue un movimento rotatorio e lungo l’asse longitudinale. Se occorre (per pipe troppo sporche o non fumate da tanto tempo) si possono usare anche dei solventi di catrame e di nicotina, bagnando una parte di scovolino. Il bocchino viene pulito nello stesso modo ma stavolta senza piegare lo scovolino ed usando, preferibilmente, uno di tipo assorbente.



QUANTE VOLTE?

Si è visto che con gli scovolini si effettuano diverse operazioni. Si dovrà cambiare per ogni operazione? La pipa dovrà essere sottoposta a “scovolinate” ogni volta che viene fumata? Esprimo soltanto un parere personale e lascio tutto nel libero arbitrio. Lo scovolino finché non troppo sporco è ancora dotato di capacità assorbente e/o abrasiva, quindi può essere riutilizzato. Ma nella pulizia straordinaria e in particolare in un’eventuale applicazione di solventi, consiglierei di usare uno pulito e per una volta soltanto. Al secondo quesito, risponderei che, a mio avviso, dovrebbe essere scovolinata ogni volta che viene fumata. Ma c’è chi non lo fa con questa frequenza.

mercoledì 9 aprile 2014

"PipaCiRo" bog oak chubby


Proprio oggi sono stato contattato da un appassionato di fumolento.
Il suo intento era quello di scoprire chi fosse l'autore di una pipa mostrata da me in un post del mese scorso.
Proprio per fare una cortesia a questo gentile amico ho deciso di scrivere due righe sulla pipa che ha trovato tanto interessante.

La pipa in questione è una "PipaCiRo" in quercia fossile dalle forme abbondanti.
Dietro il marchio "PipaCiRo" si nasconde Angelo Chirico, un artigiano talentuoso che, da un po' di tempo a questa parte, ha deciso di dedicarsi anche alla morta.
E ad avviso di chi scrive ci è riuscito con un certo successo.
Le sue pipe sono molto richieste anche all'estero, soprattutto in America e Giappone: non appena mette in bella mostra sul suo sito una nuova realizzazione nel giro di pochi minuti è già venduta!!!
Un grosso punto a suo favore è il prezzo indubbiamente concorrenziale: sfido chiunque a trovare in giro una pipa in morta con un prezzo che non superi le 100€, cosa praticamente impossibile!!! Eppure con Angelo questo è possibile.
Le PipaCiRo sono realizzate con quercia fossile di provenienza tedesca di buona qualità, in fumata si comportano divinamente e danno il loro meglio soprattutto con le english mixtures e con i nostri trinciati naturali.
Da tenere d'occhio in particolar modo le sue rhodesian... A mio avviso è lo shape nel quale riesce a dare davvero il meglio di se!!



Per chi fosse interessato a scoprire la bontà del legno fossile senza dover spendere per forza cifre esorbitanti avete trovato l'artigiano che fa per voi!
Le sue pipe potete ammirarle al seguente link: http://pipaciro.weebly.com

Buone fumate a todos!!!

martedì 8 aprile 2014

Pipe "Volpe": largo ai giovani!!!


È da un po' di giorni che miravo e rimiravo le sue pipe pubblicate su Flickr.
In nottata, dato che tendo a prender sonno molto tardi, ho deciso di inviare una mail all'autore di tutte quelle belle pipozze.
La mattina seguente ricevo una sua mail di risposta e, dopo pochi scambi di battute, ci siamo accordati per sentirci telefonicamente, con tutta calma, nel pomeriggio.
È così che ha preso vita una bellissima chiacchierata assieme a Carlo, il realizzatore delle pipe "Volpe".

"Iniziai a "giocare" con il legno già da bambino, quando mi dilettavo con mobiletti, scatole e modellini. Crescendo nacque la passione per il fumo lento, che condivido tuttora con mio fratello Marco. Così a meno di 18 anni acquistai la mia prima pipa, una canadese. La fusione di queste due passioni era solo questione di tempo, e così un giorno di 7 anni fa, un po' per gioco un po' per scherzo, mio fratello mi sfidò chiededomi di realizzare una pipa! Quella fu la scintilla! Così acquistai un abbozzo preforato ed iniziai così ad appassionarmi al pipemaking. Poi, per questioni lavorative, fui costretto ad accantonare questa passione, ma non sarebbe potuta restare assopita a lungo...
Conobbi gli amici del Brixia Cigar Club e del gruppo Amanti della Pipa, e come immaginabile da cosa nasce cosa, ripresi a fare trucioli di radica..."



Così si è presentato online Carlo Volpe, artigiano emergente nel mondo della radica che, come avrete letto, è vissuto a stretto contatto con la materia prima fin da bambino.
Forse certi percorsi ce li portiamo stampati addosso senza neanche saperlo e alla fine il salto di qualità, arrivando alla radica, non è stato così inaspettato.
La mia chiacchierata telefonica con Carlo è stata amabile e fin dal principio è stato d'obbligo "darsi del tu", senza troppi giri inutili di parole.
Ovvio che l'elemento centrale della conversazione è stato il suo lavoro, le sue creature.
Osservare online gli scatti delle sue pipe lascia senza fiato: eleganti, aggraziate, mai goffe. Uno studio di forme ben congeniate e sapientemente lavorate a mano, con un risultato che lascia intendere chiaramente quanto siano chiare e forti le idee alla base di ogni realizzazione.
Ma sapete qual è la cosa che più mi ha colpito di Carlo??
Aver scoperto che tutto questo talento nasce dal cuore e dalle mani di un ragazzo di appena 32 anni!! Si avete capito benissimo: Mr Volpe è giovanissimo e già si fa notare per la sua bravura!! Sono certo che il passare del tempo lo spingerà verso una maturazione ben maggiore, una vera fortuna per noi fumatori di pipa.
Naturalmente ho concordato assieme a lui l'acquisto di una sua pipa. È mia intenzione toccare con mano (e col palato) ciò che in foto mi ha tanto intrigato. Naturalmente ne seguirà una piccola recensione con tanto di foto.
Sono più che sicuro che Volpe troverà più di un posto nella mia rastrelliera.



Una nota, prima di chiudere: sono felice, molto. Aver scoperto che nel panorama italiano si sta affacciando un giovanissimo talento mi lascia ben sperare nel futuro. Sappiamo tutti che la stragrande maggioranza di pipemakers italiani è composta da grandi artigiani quasi tutti oltre la cinquantina... Beh, vedere un giovane che sta riuscendo pian piano a farsi largo non può che riempirmi di gioia!

Spazio ai giovani!!!!


PS: le pipe Volpe potete osservarle direttamente al seguente link: https://www.flickr.com/photos/102474168@N03/


lunedì 7 aprile 2014

C'è latakia e latakia...



Il tabacco di Laodicea, meglio noto come "Latakia", è una varietà di tabacco coltivata lungo la costa siriana e oggi quasi esclusivamente nell'isola di Cipro. Prende il nome dalla città siriana di Laodicea (Latakia).

È una cultivar di tabacco di tipo orientale, con piccole foglie. Il procedimento di cura comporta un'affumicatura a fuoco diretto di essenze aromatiche e fa sì che il colore delle foglie assuma tonalità che vanno dal bruno-grigiastro al nero. Di gusto dolce e leggero, leggermente stucchevole, non è adatto a essere fumato da solo né per essere usato nella fabbricazione di sigarette o di sigari, salvo rarissime eccezioni. È invece molto usato come componente aromatizzante nelle miscele di tabacchi per pipa, grazie alla carica aromatica molto intensa e gradevole e anche grazie all'ottima capacità di legare bene con altri tabacchi conferendo carattere alle miscele. In particolare entra come componente essenziale nelle cosiddette miscele di stile inglese (la classica "miscela inglese" è formata all'incirca dall'80% di Virginia, dal 15% di Orientale generico e dal 5% di Latakia).

La leggenda vuole che il Latakia sia nato per caso, quando dei mercanti europei che viaggiavano in Siria si imbatterono in un tabacco dal gusto speziato e chiesero ai contadini locali notizie in merito, venendo così a sapere che si trattava di foglie invendute al mercato e quindi lasciate appese al soffitto delle loro povere case, nelle quali ogni cosa subiva la naturale affumicatura prodotta dal focolare centrale. Anche il tabacco, di conseguenza, si impregnava di fumi e odori domestici, diventando scuro e unto. La scoperta avrebbe allora istituzionalizzato il metodo casuale, trasformando un prodotto di scarto in uno dei tabacchi più pregiati e costosi. Al di là dell'aneddoto, il Latakia viene tradizionalmente affumicato mediante combustione di arbusti e rami di pini, cedri, mirto, erbe aromatiche. La produzione si è progressivamente spostata dalla costa siriana a Cipro, dove la pianta utilizzata è leggermente più grande e appartiene alla cultivar di seme Smyrne chiamata "Yellow Cyprus".



Questo è quello che possiamo leggere online in riferimento al cosiddetto "oro nero".
Negli anni di esperienza maturati in stretto contatto con tale tabacco mi sono reso conto che, effettivamente, c'è latakia e latakia...
Le mie primissime esperienze con il siriano risalgono al primo acquisto del celeberrimo Dunhill "Early Morning", una mix che ai tempi mi entusiasmò molto (oggi meno) e che mi diede il "via libera" per i tabacchi dal gusto inglese.
Oggi il mio palato ha subìto la sua giusta maturazione e, oltre ad aver imparato a comprendere in buona parte ciò che fumo, riesco meglio a notare differenze tra una tipologia di latakia ed un'altra.

Il mio porto sicuro, restando in materia, è il Wellauer.
Credo sia il miglior oro nero in circolazione e sulla confezione continua ad esser decantato come "di provenienza siriana". 
Una cosa va detta: è nettamente superiore ad ogni altro prodotto similare.
Ne ho di scorta almeno tre tin da 100g l'una e le adopero con parsimonia.
Se ben miscelato è capace di avvolgerti ed inebriarti durante l'intera fumata senza mai abbandonarti, neanche per un istante. In più è capace di sopportare anche un surriscaldamento di troppo senza svanire nel nulla (cosa che purtroppo avviene con altri tabacchi similari).


Un altro esempio molto meno soddisfacente è stato il latakia della Torben Danske. 
Non presenta quella marcia in più, non ci sono le vere note di affumicato e di incenso che bisogna reperire in tale prodotto. Altra nota dolente: la sua scarsa capacità di esser presente in fumata... Infatti da metà pipata in poi si appiattisce fino a svanire chissà dove!
A mio avviso il tabacco di Laodicea deve conquistarti con quelle sue note olfattive uniche capaci di farti tornare a mente un raro alcolico torbato... E deve esser capace di una buona persistenza nel palato.
Ad oggi solo il Wellauer mi ha soddisfatto sul serio.

Se invece vogliamo far riferimento al latakia contenuto nelle miscele ho ugualmente qualcosa da dire.
I migliori tabacchi con ottimo latakia a mio avviso sono i G.L. Pease, i Brebbia, i Samuel Gawith... E altri casi sporadici come il Bill Baileys Balkan Blend o lo Stanislaw Balkan Latakia.

Queste sono le mie preferenze, forse possono essere discutibili, ma rappresentano soltanto un piccolo resoconto basato sulla mia piccola esperienza. Nulla di più.

sabato 5 aprile 2014

Conservare il tabacco da pipa



Il fumatore di pipa parte da una posizione di netto vantaggio se paragonato ad un qualunque altro fumatore.
Esso, infatti, ha l'opportunità di spaziare tra una moltitudine di miscele, dalle aromatizzate fino alle naturali incontrando in questo percorso un'ampia varietà di profumi, aromi e sapori.
Una delle abitudini della maggior parte dei fumatori di pipa è proprio quella di accumulare molti tabacchi. Io ad esempio ho in casa circa 5 kg di mixtures.
Tutta questa abbondanza però potrebbe diventare un'arma a doppio taglio: se da una parte ci si presenta la possibilità di gestire le fumate facendo affidamento su un'ampia possibilità di scelta, dall'altra si presenta il complesso dilemma della conservazione.
Se il tabacco è stipato nella sua tin ancora intonsa il problema non si pone: esse in effetti hanno una chiusura ermetica e sigillata che consente una corretta conservazione nel tempo senza subir danni.

Ma se ad esser aperte sono più di una tin? Come sarebbe opportuno comportarsi???

Io in questi casi non faccio altro che "sigillare" nuovamente il bordo della tin con della colla a caldo. Il risultato è più che soddisfacente e la prova degli anni me ne ha dato conferma.
Altro metodo, per chi ne ha la possibilità, è di infilare la tin o semplicemente il tabacco in un sacchetto da far sigillare sottovuoto.
Se invece ho quantità maggiori di mix da conservare mi affido al più classico dei vasi Bormioli, rigorosamente con tenuta ermetica. Anche questo metodo è risultato assai pratico e funzionale, magari per non intoppare in dimenticanze consiglio di apporre sul vaso un'etichetta con su scritto il nome del prodotto in questione.
Anche con questo metodo possiamo fare in modo di ottenere una duratura conservazione senza subire grossi danni.


Invece per tutte quelle miscele che in linea di massima fumo in modo abitudinario mi affido semplicemente al più classico dei vasi portatabacco.
Ne ho uno elegantissimo prodotto dalla Lubinski con l'effige di Sherlock Holmes dotato anche di spugna umidificante al suo interno: bastano poche gocce di acqua, meglio se distillata (io uso l'osmotica) e vedrete che non si presenteranno inconvenienti.


In linea di massima questi sono i sistemi adottati da me per la conservazione dei tabacchi, forse qualcuno ne conoscerà senza dubbio di migliori ma io mi accontento perchè, in fin dei conti, li trovo pratici, funzionali e semplici da mettere in pratica.




Review: Brebbia "Balkan"


Marca: Brebbia 
Nome tabacco: Balkan
Origine: Italia
Master Blender: Planta
Trattamento: Flue cured
Confezione: Tin 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie Peterson e pipe in quercia fossile

La nascita di una pipa "IL CIOCCO"...

Come nasce una pipa??
Difficile raccontarlo a parole... Ma qualcuno ha tentato di farlo, in sintesi, attraverso un racconto fatto esclusivamente di immagini.
Ecco a voi un reportage fotografico che ci racconta, scatto dopo scatto, la realizzazione di una pipa "IL CIOCCO" by Mimmo Parolise!!
Buona visione!!!


























Immagini tratte da "www.pipeilciocco.com"