lunedì 26 febbraio 2018

Micromesh


In passato mi sono già occupato del recupero dei bocchini “ossidati” dal tempo e mi sembra doveroso tornare sull’argomento occupandomi di un’altra questione strettamente connessa al restauro dell’ebanite: quella relativa alle carte abrasive. 
Quando ci accorgiamo che il nostro “stem” é ormai diventato verdognolo e ben distante dallo splendore dei giorni d’acquisto ci resta una sola cosa da fare: sottoporlo ad un adeguato processo di lucidatura. 
Naturalmente ho già affrontato e approfondito questo argomento quindi saprete benissimo che per il sottoscritto l’unico sistema veramente efficace é rappresentato dall’impiego di paste solide (compounds) e dischi da montare su un motore (o in alternativa su di un trapano con velocità regolabile dotato di supporto da banco). Altre strade percorribili non ce ne sono, sconsiglio vivamente di spender tempo e denaro con paste miracolose, dentifrici, bicarbonato, limette per unghie, Sidol e altre cose di questo genere: se avete un po’ di manualità e voglia di imparare munitevi dello stretto necessario e vedrete che con un minimo d’esperienza riuscirete nell’intento. 

mercoledì 21 febbraio 2018

Peterson “Linseed”


Per raccontarvi questa piccola storia bisogna tornare un po’ indietro nel tempo, di almeno otto anni. 
Correva infatti l’anno 2010 quando Mario Lubinski, sempre attentissimo (allora come oggi) al mercato italiano, decise di importare in esclusiva una nuova serie di pipe prodotte dal celebre marchio irlandese: le “Linseed”
Non so se in precedenza Peterson avesse mai realizzato radiche sottoposte a quel trattamento noto ai più come “oil curing” e onestamente, spulciando vecchio materiale, non ho trovato nulla di inerente... Fatto sta che proprio in quell’anno la primissima (e unica) partita di pipe “a bagno di lino” fece la sua comparsa qui in Italia. 
Allora ventisettenne le mie economie non erano poi così solide da potermi permettere l’acquisto di ogni nuova uscita (forse non lo sono neanche oggi)... E quindi fui costretto a rinunciare al piacere di poterla fumare (il prezzo di mercato era di 125€). Ricordo che a quel tempo un caro amico se ne accaparrò una... Ma ne rimase fortemente deluso: pare che la pipa, in fumata, trasudasse olio e assumesse pian piano una strana livrea a chiazze. Morale della storia: la radica finì nella sua soffitta. E li rimase. 

domenica 11 febbraio 2018

Bollito: 60° anniversario


“Nasce nel febbraio del 1958 la nostra attività.
Il fondatore fu Giacomo Bollito. 
Dopo di lui suo figlio maggiore Giovanni Bollito
e ora i suoi due figli: Davide e Daniele Bollito. 
Tre generazioni che garantiscono continuità,
serietà e passione per il proprio lavoro.
Per festeggiare i 50 anni di attività abbiamo 
creato una pipa celebrativa in collaborazione 
con il prestigioso marchio Castello. 
E oggi, in occasione dei 60 anni,
abbiamo deciso di affidarci a Les Wood,
artigiano inglese che collabora da anni
in modo esclusivo con la famiglia Bollito”

venerdì 2 febbraio 2018

Paronelli “Maigret”


Per mia tendenza non amo dedicare pipe a determinati tabacchi.
Le sole distinzioni che raramente mi prefiggo sono quelle tra “pipe da english mixtures” e “pipe per tabacchi tendenzialmente naturali”.
Ma si sa: c’é sempre un’eccezione pronta a confermare le nostre regole.
L’unica pipa della mia personale scuderia che va effettivamente al di là degli schemi sopra citati é una Paronelli “made in Gavirate”.
Trattasi di una bella ed imponente billiard in stile “Maigret” dotata di una abbondante capienza e di una rusticatura molto interessante. Un bocchino in metacrilato e una vera in argento 925 completano degnamente l’opera.