venerdì 27 giugno 2014

Una Oom Paul tutta irlandese

Peterson Millennium 988 dalla mia collezione
Si sa, si è alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da stringere tra le mani... Quel particolare shape che proprio ci manca o, perchè no, quello che ci piace così tanto da arrivare a possederne più di uno.
Questa volta è stato il turno di una Oom Paul del tutto speciale.
Si, sto parlando di una pipa "fuori serie", una di quelle prodotte in tiratura limitata.
Per la precisione questa volta mi sono portato a casa una bellissima Peterson Millennium 988 del 1988.
Lo shape in questione è da considerarsi assolutamente specialissimo dato che non rientra nella cosiddetta "shape chart" della casa irlandese. Una forma realizzata esclusivamente in numero limitato per questa edizione.
Naturalmente stiamo parlando di una pipa usata ma perfettamente igienizzata e totalmente "resettata".
Questa volta l'affare è stato fatto sullo store online della tabaccheria Bollito di Torino. È stata inserita online con la loro ultima newsletter e non mi sono saputo trattenere: ho contattato all'istante Davide per farmela mettere da parte: mi ha accontentato mostrando la sua proverbiale cordialità.
Le condizioni, parlando comunque di una pipa che ha già fumato in precedenza, sono a dir poco perfette!! Presenta appena un graffiettino su una guancia del fornello... Cosa tralasciabile.
Questa ungherese è stata trattata davvero con i guanti bianchi dal precedente proprietario. Lo stesso Davide Bollito ha valutato la pipa sul suo store dandole un punteggio di 9.9!
Effettivamente era da tempo che cercavo uno shape di questo tipo, ideale da fumare durante gli spostamenti in auto... Ma non avevo ancora trovato nulla che potesse davvero conquistarmi. Proprio qualche tempo fa mi ero aggiudicato una Peterson Sherlock Holmes "Baskerville", anch'essa ungherese ma piuttosto distaccata dalla classicità di tale shape.
E poi è apparsa questa irlandese.
Chi mi conosce sa del mio debole per le Peterson... E quindi non potevo di certo lasciarmela soffiare!!

Quando inizierò a fumarla avrete notizie in merito...!!

giovedì 19 giugno 2014

Freehand: odio e amore

Peterson BarkTop Orange dalla mia collezione
È una categoria di pipe che non sono mai riuscito ad amare pienamente.
Nella mia immaginazione ho sempre ritenuto le "freehand" delle pipe facili.
Mi spiego meglio.
Ho sempre ritenuto che etichettare una pipa con tale dicitura fosse una cosa semplice: chiunque potrebbe stravolgere la canonicità di una radica rendendola "irripetibile"... Mentre dover riprodurre uno shape ben preciso è cosa diversa e richiede una certa esperienza e manualità.
Questo è stato il mio modo di vedere e valutare la questione... Almeno fino a qualche anno fa.

Un bel giorno, invece, mi sono lasciato incantare da una Peterson BarkTop Orange.
Parliamo di una serie limitata della casa irlandese attualmente abbastanza irreperibile se non attraverso qualche rimanenza.
Mi è piaciuto moltissimo il finissaggio ben abbinato con il bocchino flock giallo. Un accostamento ben riuscito.
Naturalmente la pipa in questione, così come la maggior parte delle freehand, ha peso e dimensioni generosissime quindi da destinarsi ad un uso domestico.
Il suo fornello assai capiente ci garantisce delle fumate serali belle lunghe e sostanziose.
Nei periodi primaverili adoro fumarla in veranda, godendomi a pieno le meraviglie di colori del mio giardino.
Come consuetudine, parlando di Peterson, parliamo di una radica molto dura da rodare ma capace di dare ottime soddisfazioni.
Attualmente, assieme alla mia Paronelli in ebano, rappresenta il mio unico approccio con tale tipologia di pipe.
Non mi dispiacciono ma allo stesso tempo ammetto di prediligere shapes molto più canonici.

martedì 17 giugno 2014

Lo "Zeppelin" che stenta a decollare


Ve la ricordate la celebre immagine dell' Hindenburg in fiamme pronto a schiantarsi a terra??
Tranquilli, oggi non parliamo di dirigibili... Ma quasi ci andiamo vicino per analogia... E per forme!!!

Negli anni ho avuto modo di arricchire ed ampliare la mia collezione di radiche ogni qual volta se ne presentasse l'opportunità. Dei tanti acquisti fatti sono sempre rimasto soddisfatto. C'è stata una sola ed unica circostanza in cui questa soddisfazione è venuta, purtroppo, a mancare.
Qualche anno fa rimasi rapito dalle forme poco canoniche di una pipa della Vauen, la famosissima "Zeppelin". La sua linea, del tutto simile a quella di un dirigibile, mi aveva colpito non poco e così iniziai a fare ricerche su ricerche per meglio comprendere quali fossero i suoi meccanismi di fumata.
Ma ecco che, un bel giorno, ne compare una su eBay ad un prezzo più che ragionevole!! A quel punto, come accade fin troppo spesso a noi collezionisti, è scattato in me il raptus da acquisto... E me la sono aggiudicata.

È stata una scelta saggia??

Assolutamente no.
E tenterò di spiegarvi il perchè.

La pipa Zeppelin nacque con un motivo ben preciso: era destinata ad essere utilizzata all'interno dei dirigibili, in circostanze in cui era assolutamente vietato l'utilizzo di fiamme libere.
Tale pipa, infatti, è totalmente chiusa.

Il suo funzionamento, sulla carta, è molto semplice: si apre a metà il nostro piccolo "dirigibile" e si carica la parte anteriore con il nostro tabacco preferito, solo a questo punto possiamo ricomporre il tutto.
Fatto ciò andremo a poggiare la fiamma di un fiammifero (o di un accendino) sulla punta metallica della nostra pipa la quale presenta un foro di tiraggio. Ed è proprio da questo foro che la fiamma si farà strada per dar combustione al nostro trinciato. Ed ecco che l'accensione è bella e fatta.
I problemi però arrivano proprio ora.
Gestire in fumata la Zeppelin è qualcosa di disumano. Per un corretto utilizzo bisogna far girare costantemente tra le dita questo arnese, così come facciamo con un qualunque sigaro, per permettere una combustione che sia la più omogenea possibile... Ma non basta... Perchè arriveremo irrimediabilmente ad una serie continua e snervante di spegnimenti.

Vauen Zeppelin dalla mia collezione
L'unico modo per tenere acceso uno Zeppelin? Tirare come degli ossessi arrivando ad un surriscaldamento tale da rendere la fumata più che pessima.
Altra nota totalmente negativa è la totale impossibilità dell'uso del pigino. Essendo una pipa "chiusa" certe gestualità tipiche di una vera pipa ci sono precluse, così come la corretta conduzione della fumata!

Posso ammettere, a distanza di qualche anno, che la Zeppelin della Vauen si è dimostrata una scelta sbagliatissima.
Una pipa che non può essere gestita come una pipa è da scartare a priori. Se proprio vogliamo fumare in qualcosa di originale consiglio vivamente il "Briar Cigar" di Morgan.
Per me la pipa Zeppelin è da bocciare poichè non è mai riuscita a "decollare" sul serio.

domenica 15 giugno 2014

Darwin


Una pipa che ho rincorso per anni.
Fin dalla sua primissima comparsa sul mercato ne rimasi fortemente colpito... Ma si sa: ci sono periodi in cui le economie non ci sono favorevoli e quindi dovetti rinunciare.
Dopo qualche tempo comparve una Darwin su eBay in condizioni quasi pari al nuovo e me la lasciai sfuggire all'ultimo secondo.
Poi, per quasi due anni questa pipa è scomparsa dalla circolazione.
Ebbi modo in quei periodi di contattare direttamente la Peterson in Irlanda e mi confermarono che la sua assenza era dovuta all'irreperibilità temporanea di teste di radica adeguate a questo shape (B42).

Proprio l'anno scorso ecco che riappare la Peterson Darwin sullo store di Bollito a Torino. E questa volta non ho perso tempo: li ho contattati subito e me la sono fatta mettere da parte.
Ad agosto ho deciso di regalarmela per il mio compleanno.
Pipa fantastica, dalle dimensioni generose e radica naturale priva di difetti.
Ad oggi posso considerarmi soddisfatto dell'acquisto, ho inseguito la Darwin per molto tempo e alla fine la lunga attesa è stata ripagata.
Una "System DeLuxe" molto speciale.

martedì 10 giugno 2014

Spigot!

Dalla mia collezione: Peterson Walnut spigot 80's
Una delle tipologie di pipe che più adoro.

Con la denominazione spigot andiamo ad intendere quelle pipe fornite di innesto flock rivestito in argento.
Sono ormai moltissime le aziende che hanno adottato questo sistema in una o più serie.
Le pipe con innesto flock (e quindi anche le spigot) hanno un loro perchè ed una loro storia ben precisa. Tutto ebbe inizio durante la guerra.
Nel periodo bellico la pipa era uno degli strumenti da fumo che andava per la maggiore, ma presentava un bell'inconveniente: quando si era in trincea il nemico non avvisava di certo ed un attacco poteva arrivare in qualsiasi momento... Ed ecco che il flock mostrava la sua utilità: in qualunque istante il soldato poteva smontare la pipa, svuotarla, infilarsela nella tasca e concentrarsi sul nemico.
Tutto questo con una pipa dal normalissimo innesto era impossibile... Bisognava infilarsela in tasca montata con la possibilità di rotture.
Dalla mia collezione: Peterson Rosslare Spigot 150

Il sistema spigot invece va a migliorare di gran lunga la resistenza della pipa dato che l'innesto flock viene rivestito dall'argento donando maggiore robustezza. Si dice che anche questo sistema nacque in trincea: sui bocchini danneggiati infatti si infilavano dei bossoli vuoti dando vita a quello che oggi è lo spigot vero e proprio.

Io impazzisco per le spigot.
Esteticamente sono meravigliose e allo stesso tempo assicurano una tenuta assolutamente perfetta e robustissima.
Negli anni ho avuto modo di acquistarne più d'una ricevendone grosse soddisfazioni!!

Dalla mia collezione: BBB Spigot

sabato 7 giugno 2014

Legno di ebano...

Tempo fa, affascinato dal grande mito che l'avvolge, ebbi modo di acquistare una "Pipa dello Zar", nota anche come "Tsushima".
Pipa molto piccola e compatta realizzata interamente in ebano nel 1914.
Devo ammettere che questo piccolo gioiello giace da anni in un cassetto poichè non ho mai avuto il coraggio di farmi una fumata con un vero pezzo di storia... E siccome "una pipa che non fuma non potrà MAI definirsi una pipa" decisi di contattare i mitici Paronelli di Gavirate.
Chiamai Ariberto con uno scopo ben preciso: farmi realizzare una pipa interamente in ebano, quasi per prendermi una rivincita sulla Tsushima e sulla mia paura di fumarla.
A seguito di discussioni e pareri vari finalmente giungemmo ad un comune accordo: una freehand con bocchino in acrilico cumberland e veretta in ottone.
Dopo poco tempo la pipa era pronta per arrivare direttamente a casa mia per una cifra onestissima.

Diciamola tutta... La pipa in questione non è di certo una piuma.
Sappiamo benissimo infatti che l'ebano è un legno molto compatto e pesante; la mia freehand, nonostante non abbia forme estremamente abbondanti, sfiora quasi i 100g di peso, ma questo lo avevamo già preventivato a suo tempo. Ciò che abbiamo ottenuto è una pipa da "salotto", vale a dire da sfruttare comodamente tra le mura domestiche. Il suo fornello assai generoso non fa che avallare quanto appena detto.
Non avendo mai fumato in un materiale come l'ebano ho prestato moltissima attenzione a tutta la fase di rodaggio cercando di evitare completamente qualsiasi sfumatura di surriscaldamento; la crosta si è venuta a formare senza problemi anche se, forse, ha richiesto un po' di tempo in più rispetto ad una comunissima radica.
In fumata la mia freehand si comporta benissimo donando delle note genuinamente dolci. Va caricata in modo piuttosto serrato perchè avendo una foratura abbastanza larga è necessario fare in modo che il tiraggio risulti adeguato e non dispersivo. Se fumata con i trinciati naturali, come il Forte, tende ad ammorbidire certi spigoli tipici di questo tabacco rendendolo in parte più abbordabile. Con le english mixtures non mi entusiasma molto: non fuma male ma credo che la radica di erica arborea, in questa occasione, continui ad essere imbattibile.

Quella dell'ebano è stata senza dubbio una piacevole sorpresa, nata quasi per una personale sorta di rivincita.
Naturalmente senza la complicità di Ariberto e della sua azienda, la Paronelli, non avrei potuto finalmente fumare in questa nuovissima essenza.

venerdì 6 giugno 2014

Paronelli: una storia lunga cent'anni


Parlare della "Paronelli Pipe" è sempre un'impresa ardua. Solo per raccontare sommariamente cosa ha rappresentato (e cosa continua a rappresentare) questo marchio dovrei avere a disposizione ore ed ore e dare vita ad un post senza fine. Purtroppo il tempo a disposizione è quel che è, quindi chiedo scusa in anticipo se andrò a tralasciare tanti di quegli aspetti che vi consiglio vivamente di andare a scoprire e approfondire per vostro conto.
Sono passati ormai un po' di anni da quando ebbi l'opportunità, quasi del tutto fortuita, di entrare in contatto con questa azienda e con l'attuale e giovane titolare Ariberto.
Muovevo i miei primissimi passi nel mondo della pipa e mi imbattei per caso nel loro negozio Ebay.
Ricordo perfettamente che furono due le cose che mi colpirono inevitabilmente:

- la bellezza dei pezzi proposti
- il costo irrisorio delle loro pipe

Viviamo oggi in un mondo dove, erroneamente, si associa l'elevata qualità a prezzi spropositati... Ma con Paronelli ho scoperto che questo "legame" non è affatto veritiero: si può davvero fumare bene spendendo piccole cifre!!

Ma partiamo dalle origini: chi è il fondatore di questa storica azienda?? Beh, tutto è iniziato "appena" 100 anni fa...

Jean Marie Alberto Paronelli
Jean Marie Alberto Paronelli nasce il 21 Dicembre 1914 a Gavirate.
A 18 anni, dopo aver studiato in Italia e in Svizzera, si reca a Londra dove completa la sua preparazione professionale. Si rivela particolarmente predisposto ad apprendere le lingue tanto che nel corso della sua vita parla e scrive correttamente Francese e Inglese, Tedesco e Spagnolo.
Studia e si appassiona anche alle lettere antiche e alla storia dei popoli. A Londra frequenta il rinomato Hotel Savoy e nella città londinese conosce l’arte della Pipa, visitando con assiduità i negozi di Burlington Arcade. Diviene prima collezionista e poi consulente di altri appassionati collezionisti come lui. Inizia a lavorare per Leonida Rossi e apre un ufficio a Milano per la vendita delle Pipe Rossi. Negli anni ’60 Paronelli acquista la sala campionaria in stupendo stile direttorio della ditta, che aveva nel contempo chiuso la produzione. Mantiene viva la produzione epistolare con i maggiori intellettuali del tempo appassionati come lui all’arte della Pipa e fonda la rivista "La Pipa".
Alberto Paronelli è stato un personaggio unico e fantastico nel mondo della pipa (definito così nella presentazione grandi designer di Brebbia per il quale disegnò un modello curvo a uovo).

Questa è solo una briciola riguardante questo storico nome della famiglia Paronelli. Se fosse nostra intenzione raccontare per intero la sua vita avremmo per forza di cose la necessità di scrivere un romanzo di avventure!
A noi basta sapere che è solo grazie a lui se oggi a Gavirate è possibile visitare uno dei musei della pipa più belli (se non il più ricco) del territorio italiano, contenente al suo interno qualcosa come 30.000 unità!!!
Oggi, grazie all'impegno del mio amico Ariberto (nipote del fondatore Alberto), è nato anche un bellissimo atelier all'interno del quale è possibile acquistare in maniera diretta pipe antiche e di attuale produzione.

Ariberto sta seguendo le orme del nonno in modo encomiabile, portando avanti una tradizione che dura da generazioni e che, ci auguriamo, possa proseguire all'infinito.
La sua disponibilità e gentilezza sono proverbiali, così come la qualità delle loro radiche.
È proprio grazie a loro che sono riuscito ad innamorarmi della pipa e delle mille sfumature in essa contenuta.
Una mia Paronelli del 1950 con bocchino in ambrite 
Indimenticabile la mia Paronelli del 1950 con bocchino in ambrite e perno in zanna di elefante, pipa che adoro fumare e rifumare!
All'interno del loro store non è raro trovare pezzi di tale bellezza esposti a prezzi più che abbordabili!!
E se poi avete per la testa una pipa particolare... Basta contattarli e loro si impegneranno per realizzarvela su commissione!!
Io stesso, qualche anno fa, decisi di farmi realizzare una bellissima freehand in legno di ebano con bocchino in metacrilato cumberland che fumo tutt'oggi con grande soddisfazione!!

Per concludere, vi consiglio vivamente di tener d'occhio il loro negozio Ebay costantemente aggiornato: potreste trovare la pipa dei vostri sogni e scoprire che, tutto sommato, costa molto meno di quanto potevate immaginare!!

Paronelli freehand in ebano dalla mia collezione

giovedì 5 giugno 2014

La fumata estiva: quando la pipa diventa rovente

Come ogni anno eccoci alle prese con l'arrivo della calda stagione.
Certo, anche se la calda stagione si sta dimostrando un po' tardiva ed anomala, in linea di massima le temperature hanno subìto il loro normale aumento.
E proprio tra i mesi compresi tra giugno e settembre il fumatore di pipa inizierà a sentirsi spesso in difficoltà.

Arsura... Maledetta arsura...

Eh già, l'estate non sembra proprio voler andare d'accordo con le nostre pipe... Più ci accingiamo ad accenderle e più si ha la sensazione che il sole ce l'abbia con noi, regalandoci fin troppo spesso delle fumate sgradevoli ed amarognole.
Gli unici istanti in cui sembrerà effettivamente possibile gustarsi la compagnia di una dolce radica saranno quelli serali: la temperatura scenderà leggermente e complici le atmosfere da giardino si riuscirà finalmente nell'impresa.
Ma a questo punto proviamo a cercare delle ipotetiche soluzioni alle fumate estive.
In primis, uno degli accorgimenti più diffusi è quello di "salutare" le pipe durante la stagione estiva dedicando le nostre attenzioni esclusivamente al sigaro (toscano, cubano o dominicano che sia).
Si, questa sembrerebbe di sicuro la soluzione più comoda ed immediata. Sembrerà forse eccessivo ma vi garantisco che sono davvero in molti a "tagliare la testa al toro" prendendo questa decisione!
Ma se invece non si avesse la voglia di accantonare la pipa?
A questo punto le alternative alla radica tradizionale potrebbero essere, a mio parere, le seguenti (tenendo ben presente però che in fumata servirà comunque molta attenzione al surriscaldamento):



- SCHIUMA DI MARE


Un materiale comodo per le fumate estive.
Ha una buona capacità di dispersione del calore (a mio avviso maggiore della radica) ed un'ottima capacità di assorbire l'umidità della combustione.
Purtroppo la loro delicatezza spinge i più a non portarle al di fuori delle mura domestiche.










- CHURCHWARDEN

È una pipa comunque in radica (potrebbe essere anche in schiuma) che grazie al bocchino estremamente pronunciato riesce a farci ottenere un maggior raffreddamento del fumo che quindi risulterà più fresco ed appagante. Anche in questo caso abbiamo a che fare con una pipa casalinga e che difficilmente si potrà sfoggiare per strada.



- CALABASH


Pipa con corpo in zucca e fornello in schiuma di mare.
Oltre al discorso fatto per la schiuma, si aggiunge un'altra componente: la presenza di una camera d'aria (appunto il corpo in zucca) che permette anche in questo caso un netto raffreddamento del fumo.
A primo impatto sembrerebbe la miglior soluzione per una fumata estiva se non fosse per le dimensioni eccessive di tale pipa che la relegano principalmente all'uso casalingo, magari seduti comodamente in poltrona.




- CORNCOB

La pipa in pannocchia potrebbe prestarsi benissimo all'estate.
Anche per lei una gran capacità assorbente ed un altro vantaggio non indifferente: essendo una pipa economica in caso di eccessivo surriscaldamento e eventuale bruciatura non se ne farebbe un dramma.
A differenza delle altre appena citate questa presenta il vantaggio della trasportabilità.





Quindi, volendo tirare le somme, la soluzione migliore sembrerebbe il tutolo...
Ma una cosa va detta: fondamentalmente nessuno ci impedisce di fumare tranquillamente nella radica!! Naturalmente servirà maggiore attenzione, con boccate molto più piccole e ben ritmate.
Una menzione a parte meriterebbero altre 2 tipologie di pipe: le Falcon (che grazie al loro sottile cannello metallico riescono meglio a raffreddare il fumo) e le pipe "reverse" con camera di espansione nel cannello (anche loro consentono un ottimo raffreddamento).

Per quanto riguarda i tabacchi idonei ai periodi più caldi dell'anno, il sottoscritto consiglia di accantonare le EM (da relegarsi prevalentemente alle ore serali ) e di dedicarsi senza ombra di dubbio ai trinciati naturali (Italia, Comune, Forte).

mercoledì 4 giugno 2014

Falcon "Dual Pipe Reamer"

Dual Pipe Reamer
Proprio qualche giorno fa ho avuto l'opportunità di mettere le mani su un oggettino strano e piuttosto raro.
Un mio amico infatti mi contatta dicendomi di aver acquistato uno strano "alesatore" ideato appositamente per le pipe Falcon. Sappiamo benissimo che le teste di tali pipe hanno un fornello con un particolare foro in posizione centrale e che quindi con un comunissimo pipe reamer le manovre di pulizia risulterebbero non perfette.
A quel punto ho deciso di incontrare personalmente il mio collega e provare in prima persona questo aggeggio su una mia Falcon.
Questo reamer presenta un perno centrale cilindrico dotato di lamette che va ad infilarsi perfettamente nel foro di tiraggio di queste pipe pulendolo alla perfezione. Inoltre, portando il resto del reamer a battuta e facendolo ruotare riusciamo a ridurre notevolmente la crosta all'interno del fornello senza alcuna difficoltà.
Un apparecchio veramente molto pratico ed efficace.
L'unico neo è che pare sia ormai da tempo fuori produzione e quindi abbastanza irreperibile. È possibile trovarne qualcuno di tanto in tanto nei vari mercatini oppure online su qualche sito di aste private, ma raramente in condizioni perfette.
È un vero peccato perchè trovo questo originalissimo pipe reamer estremamente funzionale e pratico, anche se da usarsi esclusivamente su pipe Falcon.
Speriamo che un bel giorno l'azienda possa prender seriamente in considerazione l'idea di rimetterlo in produzione... Ma la vedo dura...

PS: le foto del "Dual Pipe Reamer" sono state prese online dato che ho dimenticato di fare qualche scatto a quello del mio amico. Il modello, però, è perfettamente identico.

lunedì 2 giugno 2014

Brebbia: the best italian calabash!

La calabash...
Una delle pipe più belle e caratteristiche che siano state realizzate.
Alla base di tutto c'è una particolarissima zucca di provenienza africana che, se non vado errato, è talmente dura da essere idonea soltanto per questo scopo.
Il tutto è poi "farcito" con un bel fornello in schiuma di mare per averne delle fumate più che appaganti.

Brebbia "First Grande Calabash" noce
Ma oggi, quando simparla di calabash, vanno prese in considerazione anche le varianti interamente in radica.
Secondo il mio parere, in questa occasione, la menzione d'onore spetta all'italianissima Brebbia.
Proprio l'azienda italiana ha saputo reinterpretare al meglio questo originalissimo shape dando vita alla celeberrima "First Grande Calabash".
Pipa interamente in radica caratterizzata da una doppia vera in argento e da un bocchino in metacrilato.
L'unico neo, almeno per me, è la presenza di un filtro da 9mm. Tempo fa contattai il titolare dell'azienda, Luciano Buzzi, chiedendo se fosse possibile averne una senza tale accorgimento ma purtroppo la risposta fu negativa. Dobbiamo eventualmente accontentarci del riduttore offerto in dotazione.
I finissaggi sono tanti: si va dal Noce alla Selected fino ad arrivare alla Pura (variante offerta per tutti i finissaggi).
Naturalmente non vanno dimenticate le sabbiate e le bellissime rocciate.

La First Grande Calabash rappresenta uno dei fiori all'occhiello della Brebbia e negli Stati Uniti è stata addirittura insignita di un bel riconoscimento!!!
Io ne posseggo una in finitura Noce. Fuma divinamente e, come la forma lascia intendere, parliamo di una pipa da salotto, vale a dire idonea alle fumate casalinghe in pieno relax, infatti forme abbondanti e capienze la rendono poco "trasportabile"

Un consiglio: con una Brebbia Calabash le vostre fumate da poltrona non saranno più le stesse!!

Un dettaglio della doppia vera in argento con relative incisioni