lunedì 31 marzo 2014

Kinski's pipe show...

Questa volta apro una discussione leggerissima e poco impegnativa.
Tutti noi abbiamo la nostra piccola collezione di pipe di cui andare fieri.
Alcune radiche sono state frutto di spese folli, altre invece ci sono costate magari poco ma comunque ci regalano buone fumate.
Ecco... È arrivato il momento di mostrarvi un po' delle mie pipe.
Piuttosto che incollare una foto dopo l'altra ho preferito realizzare un breve video con il mio iPad Air, così facendo diventa tutto più fruibile.
Godetevi il filmato in tutta tranquillità!!
Spero vi piaccia...


Review: Clan Aromatic


Marca: Theodorus Niemeyer
Nome tabacco: Clan Aromatic
Origine: Olanda
Master Blender: Theodorus Niemeyer
Trattamento: Air cured
Confezione: busta da 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie

Review: G. L. Pease "Westminster"


Marca: G. L. Pease
Nome tabacco: Westminster
Origine: USA
Master Blender: G. L. Pease
Trattamento: Fire cured
Confezione: Tin 52 grammi
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Falcon e Peterson Standard System 303

venerdì 28 marzo 2014

Kinski's Mixture


Capita ad ogni fumatore di pipa.
È inevitabile.
Ognuno di noi, prima o poi, avverte la voglia o la necessità di metter mano alle proprie scorte di tabacco e "tentare", spesso invano, di creare la propria e personalissima "miscela casalinga".
Cosa ci spinge realmente a farlo???
Spesso e volentieri ci rimangono tabacchi che proprio non riusciamo a digerire... E in queste circostanze scatta in noi l'idea di poterle migliorare, magari aggiungendo altri componenti o addirittura altri tabacchi.
Spesso i risultati sono a dir poco pessimi. Fin troppo spesso.
Ai fumatori di lunga data alcune miscele sono ben note, basta pensare alla celebre "miscela Musicò" realizzata con Bill Bailey's Balkan Blend al 60% e Dunhill Early Morning al 40%... Oppure all'ottima miscela della tabaccheria Floppy.
Esempi ben riusciti e fumabilissimi.
Io non sono mai stato un fanatico delle mix casalinghe.
Ammetto però che spesso ho corretto il Clan Aromatic (che da qualche anno a questa parte proprio non riesco a tollerare) con il Trinciato Forte ottenendo qualcosa di più facilmente fumabile... E potrei forse citare altri esempi che, al momento, non mi tornano in mente.
Fatto sta che una mixture che ho "realizzato" e che continuo a fumare con gusto esiste eccome...
La si ottiene mischiando con le dovute proporzioni i seguenti tabacchi:

 - Trinciato Comune
 - Cimette Toscani (reperibili, purtroppo, solo in Svizzera)
 - Latakia Wellauer

Questi tre elementi, se ben bilanciati, danno vita ad una buona miscela, non troppo forte e godibilissima. Per chi volesse ripetere e non riesce a procurarsi le Cimette consiglio l'utilizzo del Sigaro Toscano, anche se il risultato sarà piuttosto differente essendo le prime spuntature di sigari Pedroni (a differenza di quanto lasci intendere il nome).
Elemento indispensabile, invece, è il latakia della Wellauer. A mio avviso il migliore ch'io abbia provato, forse il migliore in assoluto che ci viene offerto dal mercato. L'unico, a quanto pare, di reale provenienza siriana.
Con un guizzo di autostima ho battezzato questa mia ricetta col nome di "Kinski's Mixture".
È buona per davvero?? Credo di si... Ma lasciatemi anche la paternità del dubbio: fin troppo spesso ho visto amici e conoscenti cimentarsi nella realizzazione casalinga del vino convinti di aver dato vita ad una bevanda sopraffina ma che, nella realtà dei fatti, non aveva proprio nulla di speciale. Si sa, le proprie creazioni son buone a tutti i costi...
Che sia caduto anch'io in questa trappola??
E chi può saperlo...

giovedì 27 marzo 2014

La mia prima (ed ultima) Castello...



"Carlo Scotti è stato il fondatore e titolare della fabbrica di pipe Castello: un'industria artigiana affermatasi solo nel dopoguerra sui mercati internazionali. Di origine lombarda gestiva una tabaccheria a Chiasso quando la produzione italiana era indirizzata principalmente all'esportazione di abbozzi di radica ed alla fabbricazione di pipe in serie commerciali.Con il periodo bellico preannunciandosi una grave restrizione all'esportazione di pipe inglesi, Scotti pensò fosse giunto il momento di iniziare un'attività in questo settore. La sua fiducia era anche ravvivata dalla propaganda autarchica: la radica era infatti un prodotto mediterraneo , inoltre l'esperienza acquisita nel commercio del settore in un decennio unita al fiuto commerciale e al suo buon gusto furono preziose. Per la forma dapprima imitò il prodotto inglese, poi con originalità valorizzò le caratteristiche naturali della radica, personalizzando con il suo buon gusto la linea classica inglese. Nella ditta oggi seguita dalla figlia Savina e dal gerero Franco Coppo si lavora radica esclusivamente di prima scelta Extra-extra dopo lunghi anni di stagionatura. Si lavora seguendo la linea voluta da Scotti di funzionalità, estetica e di buon gusto. Solo i pochi rivenditori ufficiali Castello possono vantare all'interno del loro negozio le pipe Castello."

Questo è quanto si legge sul sito della tabaccheria Bollito di Torino per quanto riguarda l'azienda canturina.
Ho sempre desiderato avere tra le mani una pipa marchiata "Castello".
Basta fare una ricerchina online tra i vari forum dedicati al fumolento per scoprire, senza troppi giri di parole, che Castello rappresenta in assoluto il top della pipa italiana, e non a caso la più nota e ricercata anche all'estero.
La loro radica inoltre, di tipo Extra-extra con stagionatura non inferiore a 10 anni, è davvero di qualità. Una radica molto dolce a mio avviso.
Certo, la questione della stagionatura è discutibile: fu Mimmo Romeo l'anno scorso a dirmi che le differenze tra  due ciocchi invecchiati rispettivamente 5 anni e 10 anni è a dir poco impercettibile... Ma il mio scopo non è quello di fare rivelazioni sconvolgenti.

Torniamo a noi...

Data la gran voglia di possedere una Castello mi sono rivolto ad uno dei pochi shapes da loro realizzati che potesse incontrare il mio gusto (ebbene si, le forme del 90% delle loro pipe a me non piace) e ho optato per una 55, un classico distintivo di questa azienda.
Per l'acquisto mi sono rivolto alla Tabaccheria Floppy.



La pipa è arrivata a casa mia verso la prima metà di gennaio, ho scelto una "Old Antiquary KKKK" con un elegantissimo bocchino con effetto madreperlato. Fortunatamente Castello ha abbandonato da molto tempo l'ebanite in favore del metacrilato, materiale a me molto più congeniale. lo stesso Coppo, titolare dell'azienda, raccontò che il desiderio di abbandonare definitivamente la plastica vulcanizzata fu dovuto al fatto che fin troppo spesso ricevevano pipe con bocchino in ebanite vistosamente consumato e mangiucchiato e quindi da sostituire. Il metacrilato, in effetti, ha una maggiore durezza. È proprio questo il motivo che lo rende ostico alla maggioranza dei fumatori.
Tutto sommato la pipa è bella. Molto. L'unico difetto riscontrato è stata l'asimmetria della stessa. Una asimmetria che a me non va proprio giù. Certo, non è vistosissima, ma c'è.
Alla luce di ciò decisi di contattare il titolare della Castello per far presente tale problematica e la risposta secca fu: "La pipa è fatta a mano e la perfezione appartiene solo a Giotto."
Risposta che mi ha indisposto e lasciato poco soddisfatto.
In seguito ho scoperto che oggi trovarsi per le mani pipe di questo marchio con addosso delle asimmetrie non è così raro, in modo particolare con le sabbiate. Le lisce, invece, non hanno di questi problemi. Chissà... Forse con l'aumentare del prezzo aumenta anche la capacità dell'artigiano!!!
Certo, la pipa fuma molto bene, non ci sono dubbi di sorta... Ma credo che sarà la mia prima ed ultima proveniente da Cantù.
Penso che la clientela vada trattata con maggiore rispetto e con toni più cortesi.

Vi lascio con un aneddoto: un mio collega aveva acquistato una Castello Perla Nera che, alla prima fumata, è andata letteralmente in fiamme. Tornato in tabaccheria si è visto cortesemente sostituire la pipa che, certamente, era difettata. Perchè solo una pipa difettata può prender fuoco, soprattutto se è nelle mani un fumatore di pipa con quarant'anni di esperienza alle spalle.  Resta un unico neo in questa piccola storia: quando il tabaccaio contattò il signor Coppo per esporre l'accaduto si sentì rispondere: "Le pipe Castello dovete venderle solo a chi sa fumare la pipa."


Review: Timm London Blend 1000


Marca: Dan Tobacco
Nome tabacco: Timm London Blend 1000
Origine: Germania
Master Blender: Dan Tobacco
Trattamento: Air cured
Confezione: Barattolo da 100g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): varie

Quando la morta "muore" per davvero...



È successo tutto qualche giorno fa.
Stavo per uscire in auto e, come mia abitudine, carico una delle mie pipe in bog oak e mi appresto ad avviare il motore della mia cabrio.
Tutto nella norma.
Tutto ok.
Se non fosse per un unico, piccolo dettaglio...
Avvicinando la fiamma dell'accendino alla pipa (quella in foto) il mio occhio nota qualcosa di insolito... Li per li ho pensato fosse solamente una suggestione... Ma osservando con maggiore attenzione la testa della mia pipa noto una fessura!!!
Trauma atroce seguito da imprecazioni a tutto spiano: la mia morta è "morta" sul serio!!!
Una crepa dal bordo del fornello che lo attraversa da parte a parte...
Come avrete immaginato la pipa è ormai inutilizzabile.


A sera, con la dovuta calma, contatto l'artigiano che mi conferma che quasi certamente si tratta di un problema relativo ed interno al blocco da cui ha ricavato la pipa.
Purtroppo, con la quercia fossile, questo inconveniente si può presentare.
Generalmente la spaccatura avviene quando la morta è di scarsa qualità, quando non è stata fatta asciugare a dovere (processo che richiede anni) oppure quando il blocco che si sta lavorando nasconde al suo interno magagne che anche il più abile degli artigiani non può individuare.
Una cosa è certa: conosco bene il pipemaker che ha realizzato questa pipa e credo nella sua buona fede.
Purtroppo sono incidenti di percorso...
Dobbiamo solamente accettarli e metterci l'anima in pace.
Peccato.
Si, peccato. Perchè questa pipa mi piaceva, fumava bene e ci ero molto affezionato.
La conserverò come ricordo.
Così va la vita.

PS: il pipemaker in questione è stato onesto fino al punto di rimborsarmi il costo della pipa seduta stante.
Persona onesta e nobile.

mercoledì 26 marzo 2014

Review: M.S.T. Trinciato Forte



Marca: Manifattura Sigaro Toscano
Nome tabacco: Forte
Origine: Italia
Master Blender: Manifattura Sigaro Toscano
Trattamento:
Confezione : Busta
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Peterson Flame Grain 15, Ser Jacopo Delecta L1 chubby billiard

martedì 25 marzo 2014

Rhodesian "Calabash Inside" by Getz

Dopo una settimana di attesa è finalmente giunta nelle mie mani la mia prima pipa Getz.
Come avevo già affermato sul post dedicato alle "Getz calabash inside" ho optato per una rhodesian.
Lo shape è stato interpretato e realizzato in modo impeccabile: finiture e dettagli sono curati in modo fantastico, così come l'innesto bocchino/cannello.
La colorazione la trovo molto gradevole e ben esalta il disegno della radica.
Il bocchino bianco le dona quel non so che di elegante.


Naturalmente, come potete notare dalle foto, non è di certo una pipa da tenere tra i denti (anche se si riesce a farlo senza sforzi) per via della sua forma che di certo non aiuta a mettere in risalto i lineamenti del viso, ma ha comunque il suo vantaggio: la capacità di essere compatta.
Questa compattezza, unita ad una camera d'espansione nel cannello di pari volume se accostata in proporzione al fornello, ci consente di godere di una fumata fresca, asciutta e piena fino alla fine.
Per i più pignoli aggiungiamo anche il fatto che lo scovolino passa dal bocchino al fornello senza intoppi di sorta.


Appena possibile arriverà la prima fumata.
Ho in mente un paio di idee: rodarla a Toscano sbriciolato oppure con il Brown no4... Staremo a vedere.
Volendo tirare le somme: sono sempre più convinto di aver fatto un acquisto azzeccatissimo, la pipa mi piace e anche molto... Speriamo che si dimostri vincente anche in fumata, ma ne sono convinto.
Più in avanti ho intenzione di prendere da questo artigiano bulgaro un'altra pipa, magari una billiard (anch'essa con sistema "calabash inside").
Per adesso vedrò di godermi questa rhodesian al massimo, magari con un buon libro e un bicchiere di caffè accanto.
Vi lascio con qualche scatto fotografico.
Serene fumate.



sabato 22 marzo 2014

Il Toscano nella pipa

Proprio in questo istante, complice la giornata che sembra donarci un anticipo di primavera, me ne sto in giardino a fumare una carica di Toscano sbriciolato in pipa.
La pipa in questione è una Paronelli di produzione attuale, più precisamente una "Maigret" rusticata con vera in argento e bocchino in metacrilato.

Paronelli "Maigret"

In questa circostanza la pipa è caricata con Extravecchio.
Lo so, qualcuno potrebbe dirmi che "sprecare" uno storto per infilarlo in una radica è un peccato... E potrei anche capirlo... Ma procediamo con ordine.
Io sono solito "sacrificare" solo ed esclusivamente quei toschi irrecuperabili: capita sovente, purtroppo, di trovare nella confezione un sigaro che risulti irrimediabilmente lesionato, magari con una fascia che presenta crepe.
In questi frangenti non faccio altro che incidere con una buona lama la fascia per tutta la lunghezza del sigaro e asportarla. Così facendo mi trovo per le mani solo ed esclusivamente il ripieno da sbriciolare e da conservare per la futura fumata in pipa.
Ci tengo a precisare che il sottoscritto scarta la fascia per due semplicissimi motivi:

 - Trovo che in pipa sia eccessivamente amarognola

 - Se non perfettamente triturata rischia di tappare il foro del fornello durante la fumata

Naturalmente chi volesse potrebbe anche sbriciolare tutto, fascia compresa.
Il caricamento è cosa assai semplice: basta infilare il trinciato applicando una buona pressione per far meglio assestare il nostro trinciato ed il gioco è fatto.
La gestione in fumata è davvero agevole.
Inoltre va aggiunto che , il Toscano in pipa, ci regeala una fumata ed un'evoluzione totalmente differente, molto piena ed appagante. 
Una buona pipata di Toscano è da consigliarsi al termine di un abbontante pasto o, perchè no, a sera dopo una buona cena.
Il relax è garantito.
La pipa ne sarà felice.
Le papille gustative ringrazieranno.

mercoledì 19 marzo 2014

Talbert "Bettafish" pipe...

Non so voi ma il sottoscritto, oltre ad essere appassionato di fumolento, nutre una grossa simpatia nei confronti dell'acquariologia.
Ho in casa la bellezza di tre acquari:

 - un 100l dedicato a pesci Scalari
 - un 23l dedicato a tropicali e caridine multidentate
 - un 30l dedicato a Neocaridine Davidi Sakura red

Una passione che richiede tempo e che sa regalare belle soddisfazioni.
Tra i pesci che ho allevato con gioia posso citare il famosissimo "Betta Splendens".

Betta Splendens in atteggiamento d'attacco


Non mi dilungherò più di tanto nella descrizione di questo bellissimo pesce dalla coda elegante e fluente... Ma basta sottolineare un'unica, piccola caratteristica: il suo nome comune è "pesce combattente". 
È un pesce molto pacifico ma con una fortissima aggressività intraspecifica: con i maschi della sua specie da vita a delle lotte furibonde che, nel 99% dei casi, terminano con la morte di uno dei due esemplari.

Proprio a questo famosissimo pesce anabantide Mr Talbert (http://www.talbertpipes.pair.com/goblins.shtml) ha voluto dedicare una sua creazione: la "bettafish pipe"!!!
Questa pipa in morta, se vista di profilo ricorda proprio le forme eleganti e sinuose di una splendida Betta.
È un oggetto da fumo davvero molto originale.
Mi piacerebbe tanto esserne in possesso!!!
Staremo a vedere!!!




Review: Stanislaw Balkan Latakia


Marca: Mostex
Nome tabacco: Stanislaw Balkan Latakia
Origine: Czech Republic
Master Blender: Stanislaw
Trattamento: - - - -
Confezione: Busta da 50 grammi
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Peterson Baker Street Dark, Paronelli billiard del 1950

martedì 18 marzo 2014

Review: Samuel Gawith “Brown no. 4”



Marca: Samuel Gawith
Nome tabacco: Brown n°4
Origine: England
Master Blender: Samuel Gawith
Trattamento: Air cured
Confezione: Tin da 50 grammi
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Paronelli billiard del 1950

Disegnare fumando...



Quando sono in relax, con la pipa tra i denti, sono molte le cose che adoro fare: godermi un film, leggere un libro, farmi un giro online con il mio tablet...
E grazie al mio iPad Air e ad un'app chiamata "Paper" posso permettermi anche di buttare giù qualche schizzo.
L'unico accorgimento è quello di stringere tra i denti una pipa comoda e non pesante.
Sono un gran disegnatore??? Assolutamente NO!!! Però mi diverto a scarabocchiare il display quando ne ho tempo!!!

Vi lascio con qualche schizzo...




lunedì 17 marzo 2014

Getz: the "chubby calabash inside"


Un giorno come tanti.
Come sempre sono alla ricerca di qualche bella pipa che possa farmi innamorare.
Tra una cosa e l'altra, vagando sulla rete, mi imbatto sul sito (www.getzpipe.com) di Georgi Todorov, alias "GETZ", pipemaker bulgaro.


Georgi Todorov

Mi soffermo ad ammirare le sue pipe... Molto belle. Affascinanti.
Alcune idee sono davvero originalissime, una su tutte la pipa SHIMANO, ispirata al blocco leva/freno di una bici da corsa!!! Potrà anche non piacere ai più ma bisogna ammetterlo: l'inventiva non manca. E per la prima volta dopo tanto mi è sembrato di rivedere in mente un artigiano voglioso di portare un po' di freschezza.
Continuando a spulciare sul sito, però, rimango rapito in modo particolare dai modelli facenti parte della serie chubby calabash inside.




Questa serie di pipe ha, cm idea di base, quella di avere una camera di espansione all'interno del cannelo che permetta di ottenere una fumata molto fresca anche con pipe piuttosto compatte, un po' come avviene con le "aerobilliard" di Radice. Abbiamo parlato di questo particolare sistema in una delle discussione precedenti e chi volesse può correre a rileggerla.

Quindi fin qui nulla di nuovo... O almeno così sembra.

La vera novità, secondo me, sta nella scelta stilistica e nel modo molto personale che Getz ha sfruttato per la realizzazione di queste pipe con degli shapes azzeccatissimi.
Nelle foto inserite qui sotto potete osservare i modelli ultimati delle principali forme della chubby calabash inside:

 - BILLIARD





 - POKER





 - RHODESIAN





 - DUBLIN



Le trovo bellissime. Dalla prima all'ultima.

Alla luce di ciò ho deciso di contattare Georgi... Per farmi realizzare la mia rhodesian calabash inside!
Non ho resistito all'armonia di forme. Ho optato per un finissaggio color noce con veretta e bocchino in metacrilato bianco. Il contrasto che si viene a creare tra radica e acrilico è meraviglioso!
Naturalmente, appena riceverò la pipa, torno a parlarvene e a mostrarvela in una nuova discussione.


E non è finita qui. Appena possibile, infatti, è mia intenzione farmi realizzare anche la billiard con sabbiatura naturale, esattamente come quella proposta in foto.
Comunque spulciando sulla rete sono riuscito a trovare un po' di immagini relative alla lavorazione di tali pipe.
Le pubblico qui lasciandovi la possibilità di dare uno sguardo.



















giovedì 13 marzo 2014

La pipa con l'anima di una calabash!!



Le proprietà di una calabash le conosciamo più o meno tutti: la grossa camera di espansione al suo interno fa si che ci giunga in bocca un fumo più fresco ed asciutto del solito.
Il fumo, infatti, uscendo dal bocchino e trovando una grossa espansione produce condensa, la quale rimane raccolta sulle pareti della stessa. Così facendo la fumata ne giova.
Oggi tale accorgimento è stato riportato anche in alcune pipe più classiche, basti pensare alla ormai famosissima Tubos di Eltang che potete ammirare qui sotto.



La struttura di tali pipe è ben comprensibile nell'immagine postata all'inizio di questo articolo.
Il cannello, che in queste pipe risulta più generoso del solito, nasconde una camera d'espansione che funge come descritto in precedenza. Come avrete notato sia l'espansione che il fornello presentano quasi lo stesso volume (anche se questa non è una vera e propria regola).
Oggi non solo Eltang ha appoggiato questo sistema, ma anche Radice con la bellissima serie "Aerobilliard".



Io ho avuto la fortuna di sperimentare questo sistema su due pipe in quercia fossile realizzate da Angelo Chirico (alias "PipaCiRO).
Sono due rhodesian reinterpretate con molto talento.
Entrambe contengono al loro interno la camera di espansione e donano fumate magnifiche!!
Inizialmente, quando scoprii di questa nuova trovata online rimasi scettico per poi tornare a cambiare idea una volta sperimentata con mano.
Vi garantisco che il risultato è eccellente e la fumata si trasforma in modo notevole. Tutto questo, in abbinamento alla quercia fossile, da un risultato sublime!!
Provate e non ve ne pentirete!!!








mercoledì 12 marzo 2014

La mia prediletta...

Argomento dal titolo assai esaustivo.
Voglio mostrarvi la mia pipa prediletta, quella che più fumo e con la quale ho un feeling molto particolare.
È una rhodesian acquistata qualche anno fa dall'amico Carletto Imparato dell'omonima tabaccheria in quel di Varese.
È una Peterson Flame Grain 80's.


Mi piace da morire il modo in cui l'azienda irlandese ha saputo interpretare questo shape... E mi piace ancor di più questa serie, per via del meraviglioso accostamento tra colore della radica e colore del bocchino. Tra i due un vera in argento che non guasta mai.
Sottolineo il fatto che l'altra metà di questa pipa sia in metacrilato e non ebanite, un motivo in più per amarla!
Fuma principalmente con english mixtures... Ma ogni tanto una passata di naturali non glie la nega nessuno.
Radica che si è rivelata abbastanza docile fin dall'inizio, al contrario di altre Peterson che generalmente hanno bisogno di tempi piuttosto lunghi per dare il meglio di se.
Pipa instancabile.
Fedele compagna di tante e tante fumate serene.
La adoro.






lunedì 10 marzo 2014

Quando l'ebanite ci fa "ciaociao"...



Se c'è una cosa che odio da matti, fino all'estrema incazzatura, è l'ebanite scolorita.
Ebbene si, per me è intollerabile.
Ogni qual volta che mi trovo ad acquistare una pipa mi piange il cuore all'idea che il suo bocchino, per un motivo o per un altro, sia fatto del suddetto materiale.

ODIO L'EBANITE.

Per l'amor di Dio, a detta di molti i vantaggi della "plastica vulcanizzata" sono ineguagliabili.
Il maggior vantaggio è quello della comodità: a quanto pare l'ebanite ha una morbidezza, una elasticità introvabile in altri materiali di sorta.
Altro punto a suo favore pare essere il grip: non scivola tra i denti, rimane salda e stabile in bocca.
Tutto vero.
Non lo metto in discussione.
Ma il mio "fattore incazzatura" nasce da un motivo che ho già lasciato intuire all'inizio in modo più che chiaro...
La vera causa di questo mio odio viscerale è la "favolosa" capacità innata dell'ebanite di scolorire.
Una scoloritura dovuta all'affiorare dello zolfo in essa contenuta che, appunto, le va a far perdere il suo colore nero brillante lasciandola diventare di un orribile verdognolo.
Questa variazione non è solo ed esclusivamente cromatica. Con lo scolorimento si va ad inficiare anche il sapore della fumata: un'ebanite malandata, diciamola tutta, rilascia in fumata un saporaccio sgradevolissimo!!!
E giunti a questo punto le soluzioni sono tre:

 - mandiamo il bocchino da un artigiano per una perfetta lucidatura e pulizia
 - proviamo a lucidarlo in casa (se ne siamo capaci e se abbiamo i mezzi)
 - ce lo teniamo così com è

Nel caso la scoloritura fosse lieve possiamo tentare anche noi, con un poco di pratica, a rimetterlo in sesto. 
C'è chi consiglia bagni in soda caustica, chi il dentifricio........ Se ne sentono tante in giro.
Io uso un metodo altrettanto poco ortodosso: il Sidol.
Si, do una buona passata di Sidol con un panno morbido e, se l'ebanite non è particolarmente andata, riesco a riesumarla. Naturalmente a seguire è d'obbligo un abbondante risciacquo in acqua corrente!


Ma quante pazzie bisogna mettere in atto per rimettere in sesto un bocchino!!!
Proprio a causa di ciò il mio porto sicuro è e sarà sempre il metacrilato.
Grazie ad esso l'idea dello scolorimento possiamo togliercela dalla testa. L'acrilico rimane e rimarrà sempre lucente, bello, elegantissimo.
Certo, per molti non ha quella morbidezza e quel grip tanto caro agli amanti dell'ebanite... Ma io ne faccio volentieri a meno.
Adoro il metacrilato e credo che oggi come oggi sia una soluzione fantastica.
Basta pensare alle pipe Castello che hanno da tempo abbandonato la vecchia ebanite in favore dell'utilizzo esclusivo di questo materiale.
Avrà i suoi difetti, sia chiaro, ma in quanto a bellezza e durata... Beh... Non conosce rivali!!!

Vi lascio, per concludere, uno scatto della mia Castello "Old Antiquari" 55 con bocchino in metacrilato con un gradevolissimo effetto madreperlato.


Billiard



Il mondo dell'artigianato pipario ci offre, oggi come oggi, un vario range di shapes e altrettante varianti ad ogni singolo modello.
Di ogni forma possiamo trovare moltemplici interpretazioni... Così facendo anche il fumatore più particolare può trovare senza difficoltà la forma che più gli aggrada.
E in questo panorama così variegato, vuoi o non vuoi, si finisce sempre con l'innamorarsi della classicità.
Una classicità che, a parere di chi scrive, è meglio rappresentata dalla "billiard".

Pur nutrendo un amore viscerale nei confronti delle rhodesian e delle bulldog non posso non ammettere quanto sia bello stringere tra le mani e fumare una bella billiard ben realizzata e con un buon bilanciamento.
La billiard è "la pipa".
La pipa per eccellenza.
Semplicità di forma, con un'eleganza senza pari.
Ideale per il neofita il quale, avendo a che fare con una pipa dritta, trova meno rogne in fase di fumata riducendo il rischio della condensa; ideale per il fumatore esperto che ne trarrà sempre e comunque fumate appaganti.
Se, dal mazzo, devo tirarne fuori un paio in modo particolare, mi vien da pensare immediatamente a due peterson: una Grafton e una Cara.


PETERSON GRAFTON 119

Una radica naturale con vera in argento e bocchino in cumberland.
Dimensioni piuttosto contenute che le donano compattezza, leggerezza ed eleganza.
Una pipa che adoro fumare e rifumare.
Un piccolo gioiello irlandese.


PETERSON CARA 15

Billiard bellissima, con una buona fiammatura, vera in argento e bocchino in ebanite.
Forse l billiard che più amo in quanto a estetica.
A mio avviso nulla da invidiare a Dunhill in quanto a classicità.


Poi... Potrei citarne tante altre in mio possesso ma preferisco non dilungarmi troppo.
In fin dei conti avrei da spender parole positive anche verso altre radiche.
Ma chissà... Forse lo farò più in la.