sabato 13 ottobre 2018

Review: Amphora “Virginia”


Marca: Amphora
Nome tabacco: Virginia
Origine: Danimarca
Master blender: Mac Baren
Trattamento: Flue cured
Confezione: Busta da 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie (principalmente Dunhill e Peterson)

domenica 7 ottobre 2018

Job Pipe: la pipa da sigaro


È stata presentata già da qualche mese la “Job Pipe”, un particolare ed atipico strumento da fumo che nasce con uno scopo ben preciso, cioè quello di trasformare la semplice fumata di un sigaro di foggia toscana in un’esperienza nuova e differente.
Ma questa “pipa fumasigaro” riesce nell’impresa? Sicuramente si, fumare con l’ausilio di una Job Pipe è divertente, un’alternativa curiosa e particolare che ci permette di godere il nostro toscano bruciandolo quasi per intero.
L’ideazione nasce direttamente dalla mente di Simone Morri, titolare della Tabaccheria del Corso di Rimini ed è realizzata da Stefano Santambrogio. Non meno importante l’apporto di un altro pipemaker, Gamboni, nella realizzazione concettuale del bocchino.
Per approfondire un tantino meglio la questione Job Pipe ho deciso di fare dieci semplici domande a Simone, il quale si è reso immediatamente disponibile.
Ecco come sono andate le cose.

mercoledì 5 settembre 2018

Peterson Burren “230”

 

E anche per questa annata le giornate estive iniziano pian piano ad esaurirsi. 
A differenza di quanto accaduto nel 2016 e nel 2017 quest anno non abbiamo ammirato alcuna “Summertime” da parte di Peterson... Eppure qualcosa era in cantiere...
Torniamo un attimino indietro per fare un minimo di chiarezza: l’azienda di Dublino aveva effettivamente confermato l’uscita della pipa dell’estate ma strada facendo ci sono stati dei piccoli ripensamenti. È notizia di poche settimane fa l’acquisizione da parte di Laudisi (Smokingpipes) del brand Peterson, manovra che ha portato indubbiamente alla modifica di alcune strategie di mercato... Ed un esempio è proprio individuabile nei cambiamenti subiti dalla serie “Summertime 2018” (che ha visto il suo nome cambiare improvvisamente in “Burren” poco prima del lancio sul mercato). Non so cosa abbia spinto il brand a questo repentino ed inaspettato cambiamento (forse l’intento è quello di far sparire definitivamente la serie di pipe estive?)... Fatto sta che le cose stanno così. 
Ma torniamo a noi. 
La linea Burren è caratterizzata da una selezione di shapes classici che si distinguono per via di una radica sabbiata e lasciata completamente al naturale, il tutto accompagnato da un’oliva in nichel ed un bocchino in acrilico “cream and mocha”. Il fornello è privo di trattamento waterglass e le diciture sulla pipa sono eseguite al laser. 

lunedì 13 agosto 2018

Al Pascià “Leonardo” canadian


Quando si parla di Al Pascià c’è una cosa che bisogna tenere chiara a mente: quello che c’è di acquistabile sul loro store virtuale non rappresenta il parco pipe al completo, ci sono cioè articoli che sono destinati (per scelta) alla vendita diretta e che quasi certamente non avranno modo di finire su internet. 
Tra questi oggetti possiamo trovare ancora qualche pipa appartenente alla serie “Leonardo”. 
Ma per esser esaustivi bisogna tornare indietro fino ai primissi anni ‘90, quando la famiglia Sportelli decise di ideare un prodotto recante il proprio marchio e catalogato con un grading basato su ben sei livelli differenti: Leonardo, Michelangelo, Giotto, Andrea, Davide e Oscar. 
Le pipe, inutile negarlo, portarono ad un bel successo di vendite: le radiche di qualità, adornate con materiali di gran pregio, si dimostrarono all’altezza delle aspettative. 
Oggi, a distanza di ben 26 anni, sono riuscito ad accaparrarmi una di queste pipe ad una cifra più che ragionevole.

venerdì 20 luglio 2018

300!!


Ebbene si, ne è passato di tempo da quel 29 gennaio del 2014. 
Fu proprio in quella data che pubblicai il primissimo articolo di questo blog. 
“Segnali di Fumo” nacque senza alcuna pretesa, con il semplicissimo intento di dare sfogo ai miei pensieri in materia piparia, in compagnia di quella sana libertà di cui ogni tanto necessitiamo. 
Sono passati più di 4 anni da allora, un lasso di tempo che sembra esser letteralmente volato via ma che oggi rimane impresso su queste pagine, in modo chiaro e indelebile. 
Con lo scritto precedente, cari lettori, siamo giunti ad un minuscolo risultato: l’articolo nº 300. 
Si, alcuni non ci troveranno nulla di particolare... Ma per il sottoscritto è un piccolo e soddisfacente tragurado: non capita tutti i giorni di riuscire a portare un blog gestito in solitaria a questi numeri. 
In sincerità ne sono quasi orgoglioso. 
Spero di riuscire ad aggiornare “Segnali di Fumo” con contenuti nuovi affidandomi ad una certa regolarità dando sempre nuova linfa vitale a questa piattaforma. 
In fin dei conti questo è un bel divertimento. E la voglia di divertirmi di certo non è scemata. 

Smokingpipes acquisisce “Peterson of Dublin”


La notizia è ufficiale ed è stata diramata in mattinata: la famiglia Laudisi, titolare di “Smokingpipes”, ha ufficialmente acquisito il brand “Peterson of Dublin” dal vecchio proprietario Tom Palmer. 
Assieme alla fabbrica è stato rilevato anche il negozio di Dublino, con sede a Nassau Street. 
Sorte differente è stata invece riservata ai tabacchi che sono finiti nelle mani della Scandinavian Tobacco Group. 
A questo punto gli scenari attuali potrebbero subire alcune sostanziali variazioni e sarà il tempo a dirci se questo cambiamento riuscirà effettivamente a portare validi benefici. Mi auguro che riescano a portare avanti la tradizione irlandese nel miglior modo possibile lasciando al marchio quell’appeal che da più di un secolo riesce a caratterizzarlo e a distinguerlo.
Unica cosa certa, comunicatami poco fa dai nuovi proprietari, è che la rete di distribuzione europea resterà invariata così come l’attuale listino prezzi. 
Non possiamo far altro che metterci comodi alla finestra ad osservare la naturale evoluzione dei fatti. 

Trovate qui il comunicato ufficiale diramato da Smokingpipes.
Nell’immagine in basso, invece, quello di Peterson.

Comunicato ufficiale di Peterson

martedì 17 luglio 2018

Ropp “Vintage Stout”


Non sono mai stato un gran sostenitore delle pipe di produzione francese.
È assolutamente indubbia la loro valenza storica poiché sotto l’aspetto manifatturiero tanto hanno dato al settore... Ma l’attuale sensazione è quella di un artigianato che ha avuto (e in parte seguita ad avere) difficoltà nel rimanere al passo coi tempi.
C’è una linea però che è stata capace di destare il mio interesse e viene realizzata sotto il marchio Ropp, mi riferisco alla “Vintage Stout”.
Presentata qualche anno fa da Smokingpipes, questa serie era originariamente composta da 5 modelli classici (attualmente diventati 8) rivisitati in misura ridotta per cavalcare l’attuale ritorno in auge delle cosiddette nosewarmer.
Le pipe sono disponibili in due finiture: liscia e sabbiata.
A completare l’aspetto vintage troviamo un bocchino in corno.
Bisogna ammettere che le disponibilità sembrerebbero alquanto limitate e quindi beccarne una richiede un po’ di pazienza.
Al tempo del lancio, complice anche un prezzo più che abbordabile, decisi di prenderne una da aggiungere in bacheca.
La mia scelta, come potete vedere dalle immagini, ricadde su una bulldog smooth.

lunedì 18 giugno 2018

Peterson “Outdoor Natural”


Da qualche anno a questa parte la “pipa corta” sembra essere tornata in piena ribalta. 
La sensazione è che i ritmi di vita poco rilassati dei nostri tempi si accostino perfettamente a pipe di questo tipo per via della loro indiscutibile praticità d’uso: anche in situazioni in cui le nostre mani sono impegnate a fare ben altro la loro lunghezza ridotta rende la fumata comoda ed efficace. 
Sono svariati i brands che nel tempo hanno offerto pipe di questa tipologia e sarebbe più che doveroso citare Dunhill e la sua nosewarmer di appena 8 cm di lunghezza come massimo esempio. 
Anche Peterson, all’interno del suo vastissimo catalogo, può annoverare le meno note “Outdoor” pipes: shapes classici ma con bocchino ridimensionato allo scopo di dar vita ad una pipa “da passeggio”. 
Il difetto di queste pipe irlandesi? Sicuramente la scarsa cura estetica che le costringeva, purtroppo, a perdersi nel mazzo  delle varie entry level dell’azienda: la radica assai scura, per nascondere magagne varie ed eventuali, ed un modesto inserto metallico non contribuivano di certo a nobilitarla. 
Quest’anno però qualcosa è cambiato...

giovedì 7 giugno 2018

Briar Works “Signature”: Todd Johnson “fugu blowfish”


Il marchio Briar Works, come già saprete, nasce in Tennessee dalla stretta collaborazione di due pipemakers statunitensi. Strada facendo però Todd Johnson decide di abbandonare il progetto lasciando tutto nelle mani del collega Pete Prevost. 
Proprio nell’ultimo anno il brand sembra tornato pienamente all’attivo con una produzione differente, più vicina alle linee classiche della pipa (lasciando morire i sottomarchi “Icarus” e “Neptune”). 
Sotto certi aspetti, il distacco di Todd si è fatto sentire chiaro e forte: l’anima più estrosa era effettivamente la sua e quindi alcune produzioni più particolari, punzonate “Signature”, sono andate a scomparire del tutto. 
La mia fortuna è stata quella di averne acquistata una in tempi poco sospetti. 
La mia passione per le “blowfish” è sempre stata in prevalenza concettuale: quelle linee perfettamente studiate e trasferite su radica mi hanno sempre affascinato, lasciandomi addosso la voglia di poterne inserire almeno una nella mia personale collezione. 
Ed è quanto accaduto, proprio con una Briar Works. 

lunedì 21 maggio 2018

Peterson “Avoca” roll up


Lo ammetto: non sono mai stato un fanatico delle “tobacco pouches”. 
Nonostante l’immenso affetto che nutro nei confronti di tutta quella chincaglieria che ruota attorno alla mia passione non ho mai mostrato troppo interesse nei confronti della pelletteria, tanto che la mia unica busta per tabacco, almeno fino a qualche tempo fa, era una di quelle economiche, rossa e in stoffa con disegno scozzese. 
Nulla di pregevole o di particolarmente attrattivo alla vista. 
Sto constatando però un lento e graduale cambiamento nel mio modo di vedere e percepire questa materia... Un’evoluzione che mi ha spinto verso un piccolo ma gradito upgrade. 
Dopo anni di fumo é finalmente arrivato il mio primo portatabacco dignitoso.

lunedì 14 maggio 2018

Peterson “Kapp-Royal” 65: la pipa perfetta (Vol. 2)


É passato un mese da quando vi ho parlato della mia Chestnut 2103, quella che ho definito “la pipa perfetta”...
In quella occasione la pipa in focus era una “straight”, oggi invece é arrivato il momento di prendere in esame una eventuale controparte in formato “bent”. 
Naturalmente vale quanto detto in precedenza, cioé che la perfezione cui faccio riferimento non é da intendersi in senso assoluto, ma é strettamente connessa alle mie personalissime esigenze ed abitudini. 
Tra tutti gli shapes di stampo petersoniano ce n’é uno (assieme a molti altri) che ha incontrato da sempre i miei favori ed é identificato con il numero “65”: trattasi di una bent billiard di dimensioni medio/piccole (una adeguata via di mezzo tra una gr. 2 e 3 di Dunhill) con una buona capienza ed un ottimo bilanciamento. 
La bent di cui tratteremo é proprio una 65, in versione “Kapp-Royal”.

venerdì 27 aprile 2018

Non chiamatemi “tabagista”

Con la mia Dunhill Chestnut “3110”

L’unico modo per iniziare questa riflessione é quello di partire da un fatto concreto: il fumo fa male. Su questo credo ci sia poco da discutere o argomentare. Noi fumatori lo sappiamo, é una questione ormai acclarata e ne siamo più che consapevoli... Ma ce ne accolliamo con serenità l’eventuale rischio. 
Il sistema sociale nel quale siamo immersi ha iniziato già da tempo a mettere al bando gente come me, (serenamente) ingarbugliata in una passione che alla maggior parte degli esseri viventi potrà sembrare insensata ed un tantino folle. 
Ma purtroppo (o meglio: per fortuna) senza le mie pipe proprio non riesco a stare. Perchè “la pipa”, almeno nel mio romantico modo di intendere la faccenda, rappresenta ben più di un piccolo pezzetto d’arte, ben più di un manufatto nato dalle mani pazienti di un artigiano pronto a “consumarsi le dita” per renderlo unico e spesso irripetibile. 

venerdì 20 aprile 2018

Review: Wellauer “Latakia”


Marca: Wellauer
Nome tabacco: Latakia
Origine: Svizzera
Master blender: Planta
Trattamento: Fire cured
Confezione: Tin da 100g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie

venerdì 13 aprile 2018

Dunhill “Chestnut“ 2103: la pipa perfetta.


Cerchiamo di esser sinceri fin da subito dato che il titolo potrebbe apparire eccessivo e forviante: la “pipa perfetta” non esiste e forse mai esisterà. Tutte le radiche, in linea di massima, presentano il loro difettuccio (a volte talmente piccolo da non esser neanche considerato tale) ma trattandosi di prodotti “hand made” é giusto che sia così. 
E allora perchè mai esordire con un titolone del genere?? Perchè l’unica perfezione cui faccio riferimento é strettamente correlata al mio modo di vivere lo strumento da fumo, quindi “la pipa perfetta in relazione alle mie abitudini”. 
Ebbene, con questa Dunhill ho finalmente raggiunto un equilibrio pressoché definitivo.
Chi mi conosce sa dell’innata predilezione che nutro nei confronti delle Gruppo 2 e 3 (anche le Gruppo 1, senza dubbio) dato che, almeno per me, rappresentano uno standard imprescindibile: con pipe più grandi non sono mai riuscito ad instaurare un buon feeling poiché fattori come la “trasportabilità” iniziano a risentirne. E poi, diciamola tutta, preferisco due fumate da un’ora (minuto più minuto meno, magari cambiando anche tabacco) piuttosto che una fumata da un paio d’ore.

venerdì 6 aprile 2018

Review: Brebbia “70º Anniversary”


Marca: Brebbia
Nome tabacco: 70º Anniversary
Origine: Germania
Master blender: Planta Tobacco Company
Trattamento: ———
Confezione: Tin da 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie

venerdì 23 marzo 2018

Clipper “Metal” pipe lighter


Per il fumatore di pipa quella dell’accensione é da ritenersi una fase di estrema importanza. Assieme ad un corretto caricamento il momento del contatto del tabacco con la fiamma gioca un ruolo fondamentale: bisogna fare in modo che tutta la superficie bruci in modo ottimale, restituendoci un anello di combustione pressoché omogeneo.
Per gli esperti lo strumento ideale sarà sempre il vecchio e caro fiammifero ma per semplificarci la vita esistono accendini appositi, con ugello inclinato, che ci offrono l’opportunità di gestire e direzionare al meglio la fiamma durante l’accensione. 
Di accendini facenti parte a questa tipologia il mercato ne é pieno: possiamo acquistarne uno partendo da pochi spiccioli fino ad arrivare, con i prodotti più blasonati, a centinaia (per non dire migliaia) di Euro. 
All’interno di questa sterminata “famiglia” fa bella mostra di se anche la “Clipper” con un modello appositamente ideato per la pipa e appartenente alla linea “Metal”.

venerdì 16 marzo 2018

Proietti Pipe


Mi sono imbattuto nelle pipe di Giordano Proietti lo scorso anno in maniera del tutto casuale. 
Chi mi conosce sa che non sono affatto avvezzo a Facebook ritenendo questo genere di piattaforme assai poco gradevoli (opinione del tutto personale) e quindi ben lontane dai miei gusti... Ma mi tocca constatare (con rammarico) che molti giovani artigiani preferiscono affidarsi ad essa per una giustificata questione di visibilità. 
Da ciò appare ben ovvio che il sottoscritto si trovi ad accorgersi di alcuni talenti con un bel po’ di ritardo... Ma poco importa. 
Dicevo dunque d’aver avuto modo di notare i suoi lavori per poi entrare in contatto con Giordano in via telefonica. La cosa che principalmente é riuscita a colpirmi é stata la sua personalità: la sensazione avuta é quella di avere a che fare con una persona “sana”, equilibrata, con cui poter scambiare commenti e parole con una facilità quasi disarmante. 
Mi é sembrato di conoscere questo ragazzo (tra l’altro mio coetaneo) da anni ed anni... Mentre, nella realtà dei fatti, ci si sentiva per la primissima volta. 
Naturalmente durante le piacevolissime conversazioni si é giunti al dunque: affascinato dalle sue creazioni in radica non potevo fare a meno di piazzare un acquisto.

martedì 6 marzo 2018

Review: Robert McConnell “Glen Piper”


Marca: Robert McConnell
Nome tabacco: Glen Piper
Origine: DE
Master blender: Kohlhase, Khopp
Trattamento: Tabacco sottoposto a pressione a caldo. Durante questo processo (che si protrae per diversi giorni) vengono introdotti aromi naturali di frutta.
Confezione: Tin da 50g
Pipa utilizzata (costruttore/modello/serie): Varie

lunedì 26 febbraio 2018

Micromesh


In passato mi sono già occupato del recupero dei bocchini “ossidati” dal tempo e mi sembra doveroso tornare sull’argomento occupandomi di un’altra questione strettamente connessa al restauro dell’ebanite: quella relativa alle carte abrasive. 
Quando ci accorgiamo che il nostro “stem” é ormai diventato verdognolo e ben distante dallo splendore dei giorni d’acquisto ci resta una sola cosa da fare: sottoporlo ad un adeguato processo di lucidatura. 
Naturalmente ho già affrontato e approfondito questo argomento quindi saprete benissimo che per il sottoscritto l’unico sistema veramente efficace é rappresentato dall’impiego di paste solide (compounds) e dischi da montare su un motore (o in alternativa su di un trapano con velocità regolabile dotato di supporto da banco). Altre strade percorribili non ce ne sono, sconsiglio vivamente di spender tempo e denaro con paste miracolose, dentifrici, bicarbonato, limette per unghie, Sidol e altre cose di questo genere: se avete un po’ di manualità e voglia di imparare munitevi dello stretto necessario e vedrete che con un minimo d’esperienza riuscirete nell’intento. 

mercoledì 21 febbraio 2018

Peterson “Linseed”


Per raccontarvi questa piccola storia bisogna tornare un po’ indietro nel tempo, di almeno otto anni. 
Correva infatti l’anno 2010 quando Mario Lubinski, sempre attentissimo (allora come oggi) al mercato italiano, decise di importare in esclusiva una nuova serie di pipe prodotte dal celebre marchio irlandese: le “Linseed”
Non so se in precedenza Peterson avesse mai realizzato radiche sottoposte a quel trattamento noto ai più come “oil curing” e onestamente, spulciando vecchio materiale, non ho trovato nulla di inerente... Fatto sta che proprio in quell’anno la primissima (e unica) partita di pipe “a bagno di lino” fece la sua comparsa qui in Italia. 
Allora ventisettenne le mie economie non erano poi così solide da potermi permettere l’acquisto di ogni nuova uscita (forse non lo sono neanche oggi)... E quindi fui costretto a rinunciare al piacere di poterla fumare (il prezzo di mercato era di 125€). Ricordo che a quel tempo un caro amico se ne accaparrò una... Ma ne rimase fortemente deluso: pare che la pipa, in fumata, trasudasse olio e assumesse pian piano una strana livrea a chiazze. Morale della storia: la radica finì nella sua soffitta. E li rimase. 

domenica 11 febbraio 2018

Bollito: 60° anniversario


“Nasce nel febbraio del 1958 la nostra attività.
Il fondatore fu Giacomo Bollito. 
Dopo di lui suo figlio maggiore Giovanni Bollito
e ora i suoi due figli: Davide e Daniele Bollito. 
Tre generazioni che garantiscono continuità,
serietà e passione per il proprio lavoro.
Per festeggiare i 50 anni di attività abbiamo 
creato una pipa celebrativa in collaborazione 
con il prestigioso marchio Castello. 
E oggi, in occasione dei 60 anni,
abbiamo deciso di affidarci a Les Wood,
artigiano inglese che collabora da anni
in modo esclusivo con la famiglia Bollito”

venerdì 2 febbraio 2018

Paronelli “Maigret”


Per mia tendenza non amo dedicare pipe a determinati tabacchi.
Le sole distinzioni che raramente mi prefiggo sono quelle tra “pipe da english mixtures” e “pipe per tabacchi tendenzialmente naturali”.
Ma si sa: c’é sempre un’eccezione pronta a confermare le nostre regole.
L’unica pipa della mia personale scuderia che va effettivamente al di là degli schemi sopra citati é una Paronelli “made in Gavirate”.
Trattasi di una bella ed imponente billiard in stile “Maigret” dotata di una abbondante capienza e di una rusticatura molto interessante. Un bocchino in metacrilato e una vera in argento 925 completano degnamente l’opera.

lunedì 22 gennaio 2018

Troppe pipe... Poche idee

Max Ulichney

Finalmente inauguro il 2018 con un articolo fresco di battitura.
In passato ho sempre dedicato al nuovo anno un post nel quale, in qualche modo, andavo a fare il punto sui 365 giorni appena trascorsi e questa volta farò lo stesso ma con un tono leggermente critico.
Oggi mi guardo indietro e mi rendo conto che anche nel 2017 ho acquistato e avuto per le mani radiche di ottima fattura e resa: Dunhill, Gigliucci, Peterson, Ashton... Tutte pipe di livello, senza alcun dubbio... Ma ad esser onesti é il movimento generale della pipa che non mi ha soddisfatto pienamente.
Cercherò di spiegarmi meglio.