lunedì

Troppe pipe... Poche idee

Max Ulichney

Finalmente inauguro il 2018 con un articolo fresco di battitura.
In passato ho sempre dedicato al nuovo anno un post nel quale, in qualche modo, andavo a fare il punto sui 365 giorni appena trascorsi e questa volta farò lo stesso ma con un tono leggermente critico.
Oggi mi guardo indietro e mi rendo conto che anche nel 2017 ho acquistato e avuto per le mani radiche di ottima fattura e resa: Dunhill, Gigliucci, Peterson, Ashton... Tutte pipe di livello, senza alcun dubbio... Ma ad esser onesti é il movimento generale della pipa che non mi ha soddisfatto pienamente.
Cercherò di spiegarmi meglio.

Eder Mathias

La sensazione che ho avvisato é quella di un mercato saturo, pieno zeppo di pipe di ogni tipo... Ma abbastanza prive di spina dorsale.
Si, la mia convinzione é quella di avere a che fare con un settore che si sta lentamente svuotando di idee. Difficile per me incontrare una radica che possa contenere al suo interno degne intuizioni (l’unica e autentica mosca bianca sul mercato odierno resta Eder Mathias).
Ma sia chiaro che il mio discorso non vuol prender di mira i tanto amati “emergenti” (dato che in linea di massima non amo seguire questa categoria) ma chi con la pipa vive e lavora da anni: la “scuola pesarese” é rimasta ferma da trent’anni nell’oblìo del pressapochismo, il mercato danese sembra anch’esso incapace di stupire come un tempo... E il movimento “freehand” in generale sembra davvero orfano di piccoli colpi di genio.
Naturalmente non faccio di tutta un’erba un fascio dato che sicuramente artigiani validi ce ne sono e ce ne saranno... Ma la mia convinzione, in linea generale, é quella esposta.
In questo scenario delineato le uniche certezze imprescindibili sono i vecchi classici.
La speranza é che in questo 2018 torni a farsi viva un po’ di freschezza, di voglia di innovare... Perchè da parte mia resta ancora viva la speranza di potermi stupire nuovamente davanti ad un bel pezzo di radica sapientemente lavorata e trasformata in qualcosa che vada ben oltre lo strumento da fumo.
Risulterò forse banale nell’affermare che per il sottoscritto l’idea meglio sviluppata negli ultimi tempi resta la Curvy di Al Pascià, una pipa di vero design da poco più di 100€ con all’interno una bella innovazione che non va rintracciata nella camera d’espansione, bensì nell’aver avvicinato il sistema reverse alle tasche di tutti.
A volte le migliori idee non devono esser “clamorose” a tutti i costi.
Speriamo in questo 2018.