lunedì

Peterson “Kapp-Royal” 65: la pipa perfetta (Vol. 2)


É passato un mese da quando vi ho parlato della mia Chestnut 2103, quella che ho definito “la pipa perfetta”...
In quella occasione la pipa in focus era una “straight”, oggi invece é arrivato il momento di prendere in esame una eventuale controparte in formato “bent”. 
Naturalmente vale quanto detto in precedenza, cioé che la perfezione cui faccio riferimento non é da intendersi in senso assoluto, ma é strettamente connessa alle mie personalissime esigenze ed abitudini. 
Tra tutti gli shapes di stampo petersoniano ce n’é uno (assieme a molti altri) che ha incontrato da sempre i miei favori ed é identificato con il numero “65”: trattasi di una bent billiard di dimensioni medio/piccole (una adeguata via di mezzo tra una gr. 2 e 3 di Dunhill) con una buona capienza ed un ottimo bilanciamento. 
La bent di cui tratteremo é proprio una 65, in versione “Kapp-Royal”.


Chi conosce il brand irlandese sa che le Kapp-Royal rappresentano un eccezionale compromesso: la qualità della radica (quindi estetica) é notevole, il prezzo assai vantaggioso (220€ per una naturale sono soldini ben spesi), la resa in fumata ottima.
Ma il vero valore aggiunto, anche in questa circosatanza, lo vado a rintracciare nell’innesto “army” del bocchino. Si, perchè un bocchino innestato “a baionetta” ci offre dei vantaggi che tutti i fumatori di pipa conoscono bene e che vanno dalla possibilità di uno smontaggio rapido e a caldo fino ad arrivare al mio tanto amato concetto di praticità di trasporto.
La mia 65 é ben eseguita: non presenta asimmetrie, é correttamente forata (lo scovolino passa liscio senza incontrare ostacoli) ed é anche bella esteticamente presentando delle venature piuttosto interessanti alla vista (non presenta neanche un carboncino). Naturalmente ad irrobustire il cannello nella zona d’innesto é presente l’ormai classica vera in argento, sicuramente un valore in più che si aggiunge a completamento dell’opera.
L’unico neo potrebbe essere rintracciato nel bocchino in acrilico color ambra il quale, nella parte terminale, non si allarga a dovere e quindi potrebbe  spiazzare il fumatore offrendo una superficie “da mordere” un tantino ridotta... Aggiungo che, vista la leggerezza della pipa, non sarà comunque difficile sorreggerla tra i denti. In compenso va sottolineato il dente a spigolo vivo, comodo e ben eseguito. 
Ma l’elemento centrale di questa Peterson sta nel saper esser pratica. Trovarsi in giro con un oggetto del genere ci fa star tranquilli dato che le tasche dei nostri pantaloni saranno più che sufficienti: il bocchino in quella sinistra, la testa in quella destra (o viceversa) ed il gioco é fatto. L’ingombro é minimo ed il flock ci permette di fare questo in assoluta tranquillità, con una rapidità senza pari, eliminando del tutto la paura di rompere perni vari ed eventuali. 
Come é giusto che sia una pipa così battagliera, da trincea, é dedita a bruciare di tutto, dai naturali alle english mixtures (ad esclusione degli aromatizzati, gli unici a non incontrare il mio gradimento), passando perfino per qualche aromatico (vedi “Review: McConnel Glen Piper”).
Questa Kapp-Royal, assieme alla Chestnut 2103 di cui abbiam gia parato, rappresenta senza ombra di dubbio un vero e proprio standard per me: compatta, elegante, pratica e funzionale. La classica pipa da utilizzo intensivo e quotidiano, resa ancor più speciale da una radica naturale e priva di punti di stucco. 
Credo che non si possa chiedere nulla di più ad uno strumento da fumo da 200€ circa.