mercoledì 15 febbraio 2023

Foundation: una billiard imprescindibile


Chi segue questo blog conosce ormai il mio forte interesse per le army mounted: sono comode, pratiche da pulire e con un’eleganza che oserei definire “discreta”. Non sono pipe appariscenti bensì classiche e canoniche, l’unico lusso che riescono a concedersi è tutto in quell’oliva d’argento e tanto basta a renderle appetibili agli occhi dei fumatori di lunga data. 
Una pipa vecchia maniera, da trincea, sobria ma essenziale. 
Nel panorama italiano le uniche army che hanno saputo rispettare certi canoni di stile e funzionalità sono state proprio le Foundation. 
Dietro questo brand si nascondono le mani di Massimo Musicò ma soprattutto la mente del padre Giorgio. Quest’ultimo non ha certo bisogno di presentazioni poiché è stato senza dubbio uno dei nomi più importanti del settore, chi volesse approfondire può tranquillamente fare una ricerca online per avere informazioni al riguardo, quindi rimando al lettore questa opportunità. 


Quindi perchè puntare su una army di Foundation? Mi basta solamente una parola: “proporzioni”. 
Esatto, le proporzioni di questi strumenti da fumo sono assolutamente perfette al punto da renderli davvero strepitosi. Parliamo di pipe dalle dimensioni mai eccessive e che, in pieno stile Musicò, raramente vanno oltre un gruppo 3 (prendendo le inglesi Dunhill come paragone). 
La codifica delle pipe è piuttosto semplice e possiamo suddividerla in 4 categorie: 

- Display (le entry level e attualmente non più in produzione); 
- Set (lisce con finitura scura o chiara ma con radiche non troppo appariscenti); 
Floodlight (sia lisce che sabbiate ma con radiche esteticamente migliori delle Set); 
Club (la miglior qualità a disposizione). 

Ognuna di queste tre categorie può avere altrettante classificazioni aggiuntive (“Special”, “Double Special” o “Triple Special”) che vengono assegnate a pipe con ornamenti particolari o altri preziosismi di sorta.
Ebbene sì, queste pipe mi hanno letteralmente rapito. 
Con la Floodlight sabbiata nella prima foto poi si è venuto ad instaurare un vero e proprio rapporto simbiotico, nell’ultimo anno è stata senza dubbio la mia radica più utilizzata. Una billiard di qualità, instancabile e sapientemente realizzata.
Ad essa ha fatto seguito un’altra Floodlight, praticamente identica ma con finitura brown: anche in questo caso il livello di soddisfazione è andato ben oltre le aspettative. 
Eh già… Ma non finisce qui.
A questo punto non potevo fare altro che chiedere a Massimo di realizzarmi una bella spigot con bocchino in cumberland, anche in questa circostanza parliamo dell’ennesima e riuscitissima Floodlight. 
Queste tre army billiard sono per me l’essenza della pipa stessa, con un design spiccatamente all’inglese ma con addosso il fascino senza tempo dell’artigianato “made in Italy”.